Ivrea dopo l'Unesco - ISPLORA
COPERTINA Adriano Olivetti e Ivrea

Ivrea dopo l'Unesco

Territorio

Con l’iscrizione di “Ivrea Città Industriale del XX Secolo” nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’Unesco e gli eventi legati ai 110 anni della Olivetti, la città di Ivrea si trova davanti ad una nuova prospettiva

Il 2018 è sicuramente un anno speciale per Ivrea, a luglio è arrivata l’iscrizione di “Ivrea Città Industriale del XX Secolo” nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’Unesco, mentre dall’inizio dell’anno e per tutto il 2018 continueranno gli eventi per i 110 anni della Olivetti, l’azienda simbolo della cittadina piemontese.

Olivetti, il patrimonio di Ivrea riconosciuto in tutto il mondo

A febbraio la mostra “Looking forward. Olivetti: 110 anni di immaginazione”, tenutasi fino a giugno alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, aveva ripercorso la storia del design, dell’innovazione e della comunicazione tracciata dalla “comunità” dell’Olivetti.

Da ottobre, invece, è aperta al pubblico al Palazzo delle Belle Arti di Città del Messico “Olivetti Makes. Diseño, Industria y Sociedad. Mucho más que máquinas de escribir”. L’esibizione si dipana attraverso tre sezioni: la prima è dedicata ai 110 anni della Olivetti, al progetto industriale e sociale; la seconda esplora il ruolo di Olivetti in America Latina. Infine, la terza racconta l’importante incarico dell’azienda di Ivrea durante i Giochi Olimpici di Messico ‘68.

Ivrea dal 2018 è nella Lista del Patrimonio Unesco: un riconoscimento ottenuto grazie alla visione di Olivetti fin dal 1930

Uno sguardo rivolto sempre verso il futuro, quello di Olivetti, sia per quanto riguarda la tecnica sia per la sperimentazione sul tessuto urbano di Ivrea. Una città – come detto – da poco iscritta nel patrimonio Unesco, 54esimo sito italiano, definita nel report di candidatura come “modello di città industriale moderna che si impone come risposta alternativa e di eccezionale qualità, in termini strutturali e sociali, ai quesiti posti dal rapido evolversi dei processi di industrializzazione”. Un laboratorio dove sperimentare politiche e innovazione tecnologica, un progetto urbano messo in opera tra il 1930 e il 1960, prima da Camillo e poi dal figlio Adriano Olivetti. Un manifesto politico, quello proposto dal Movimento Comunità fondato a Ivrea nel 1947 da Adriano, dove alla fabbrica è affidato non solo il ruolo produttivo ma anche di motore di ricchezza diffusa e centro di scambio, il luogo delle relazioni sociali.

Non solo macchine da scrivere, dunque, molte le invenzioni e prodotti messi sul commercio della fabbrica eporediese, dai calcolatori meccanici ai primi modelli di personal computer. Così negli anni ’60, sotto l’egida di Adriano Olivetti, l’azienda conobbe la massima espansione sui mercati internazionali.

Non solo prodotti industriali ma veri e propri oggetti di culto, pezzi unici di design come la Lettera 22 (esposta al MoMa di New York) o la Divisumma 14, entrambe progettate da Marcello Nizzoli, o la macchina da scrivere Valentine ideata da Ettore Sottsass junior

Ivrea, grazie a Olivetti, presenta ancora oggi un catalogo di architetture che rappresentano la cultura progettuale del ‘900

Una visione ampia che dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale sino agli anni ’70 costruì una città industriale lungo l’asse di Corso Jervis. Qui sorsero edifici per la produzione, unità residenziali e servizi. Un catalogo di architetture che rappresentano la cultura progettuale del ‘900, risposta alle questioni poste dalla crescita urbana e dall’industrializzazione. Una pluralità di forme e linguaggi interpretate dai più importanti architetti del tempo: dalle Officine I.C.O. di Figini e Pollini, alle residenze di Nizzoli e Oliveri, passando per l’unità residenziale Ovest (Talponia) di Gabetti e Isola, per arrivare al nuovo palazzo uffici di Gino Valle. Un percorso lungo, spesso difficile, soprattutto per le molte difficoltà economiche degli ultimi decenni, l’incapacità a partire dagli anni ’90 di rimanere competitiva sul mercato e le vicissitudini societarie che hanno lasciato sul campo un’eredità pesante e una patina sbiadita.

Un processo di deterioramento che sembra aver intaccato anche la candidatura Unesco della città, che se certamente rappresenta tappa fondamentale per il riconoscimento del patrimonio architettonico e culturale di Olivetti e di Ivrea, al contempo dovrebbe rappresentare un’occasione di valorizzazione, di partecipazione. Ad oggi la condivisione con la cittadinanza, un programma articolato di tutela e un progetto ampio di governance urbana sembrano ancora da costruire o quantomeno da ripensare, per continuare a “trasformare sogni in soluzioni”.  


Link candidatura Unesco “Ivrea Città Industriale del XX Secolo”

http://www.ivreacittaindustriale.it/

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