Il ridisegno del complesso in Via Canonica 79 a Milano: una ristrutturazione attenta e una rielaborazione della tradizione
L’edificio residenziale, situato nel Borgo degli Ortolani a Milano, è stato recentemente ristrutturato dallo studio milanese De Amicis Architetti. Localizzato nelle vicinanze di via Sarpi, il cuore pulsante di Chinatown, e a due passi da Corso Sempione e dalla pittoresca cornice dell’Arco della Pace, il complesso di Via Canonica 79 si fa oggetto di un ridisegno meticoloso e attento ai dettagli, riproponendosi alla città di Milano in una veste più accattivante e contemporanea, il risultato di una attenta riflessione sulle preesistenze e sulla giustapposizione di materiali.
Al centro dell’intervento vi è il dialogo con quello che i progettisti definiscono il “senso del tempo,” il tempo scandito dall’ombra della grande meridiana realizzata sul fronte interno, attraverso una rielaborazione di modelli e linguaggi appartenenti alla tradizione. Uno sforzo progettuale che è frutto della virtuosa interpretazione dell’esistente, nel tentativo di creare un “nuovo” edificio, dinamico e al passo con i tempi.
Il senso del tempo e l’edificio
Strutturato attorno a un cortile interno, caratteristica tipica dell’edilizia popolare milanese, il complesso originario si articolava in tre corpi di fabbrica indipendenti. Due di questi, organizzati secondo uno schema a L, erano collegati da una distribuzione a ballatoio, mentre il terzo corpo, più basso, era adibito ad uso artigianale. Il carattere del nuovo intervento proposto da De Amici Architetti è facilmente leggibile sul fronte stradale. Se, infatti, il primo e il secondo piano vengono riproposti nelle loro forme originarie, il piano terra commerciale e il piano di coronamento aggiuntivo donano un nuovo ritmo alla facciata.
Centrale, anche nella nuova conformazione, è il ruolo giocato dalla corte interna, il cuore pulsante dell’impianto edilizio, che assume una rinnovata veste e conformazione. La pavimentazione della nuova corte, realizzata in rizzata spaccata (rizzada in lombardo), richiama con i suoi ciottoli le tipiche pavimentazioni delle piazze e delle antiche strade milanesi.
Se da un lato i progettisti affermano che l’espediente di innalzare la quota del cortile abbia consentito loro di mantenere un equilibro tra pieni e vuoti senza alterare le proporzioni dello spazio interno. Dall’altro, questa scelta progettuale permette - senza il bisogno di ulteriori scavi al di sotto della quota delle fondazioni - di ricavare un piano interrato per i garage, illuminati di luce naturale grazie a due pozzi di luce scavati nel nuovo livello “ammezzato” del cortile interno.
Anche il sistema distributivo del blocco edilizio viene ripensato e ridotto. Infatti, un solo corpo scale e un solo ascensore vanno a costituire la distribuzione verticale dei tre blocchi, uniti poi per mezzo della realizzazione di un unico ballatoio al primo piano. I sedici appartamenti realizzati sono differenziati in termini tipologici e dimensionali: simplex, duplex e loft.
Altro elemento compositivo del complesso di Via Canonica sono i leggeri parapetti in ferro battuto. Parapetti scanditi dalle sottili linee dei corrimano, alternate a quelle lievemente divergenti delle colonnine, che contribuiscono a formare giochi di luci e ombre geometriche nette e decise – ma non invasive - sul colore neutro della facciata interna.
Così, il tipico schema a ballatoio della tradizione milanese viene riproposto in una versione evocativa, senza diventare elemento preponderante sul fronte interno e lasciando spazio a una grande meridiana. Meridiana che trova spazio sul fronte sud, dominando la corte interna e stagliandosi su una parete piena, rivestita in granigliato di vetro giallo.
I Materiali di via Canonica 79
La scelta dei materiali è studiata attentamente: elementi completamente diversi e apparentemente inconciliabili sono sapientemente giustapposti in un esercizio di composizione materica dal risultato estremamente intrigante, dove le diverse texture e finiture collaborano nella creazione di riflessi e ombreggiature che animano il progetto. Cromie neutre vengono infatti accostate al legno degli infissi e alle gradazioni più scure del tortora e del nero sia sul fronte interno che su quello esterno, con accenti realizzati in ottone o granigliato di vetro giallo.
Questa originalità trova una spiccata chiarezza espressiva sul fronte esterno, grazie all’utilizzo di finiture molto diverse fra loro, ma che nella loro precisione assumono di concerto una coerenza d’insieme. Il piano terra commerciale è rifinito in marmo nero assoluto, mentre il coronamento riprende - in bianco - la suddivisione ritmica del piano terra, dove le strombature in ottone evidenziano gli architravi delle aperture, connettendo il terzo ordine ad una fascia verde menta che corre lungo tutto il fronte. Lungo i prospetti interni, invece, il linguaggio utilizzato differenzia l’edificio una volta adibito ad uso artigianale, che resta ad oggi il più basso, dagli altri due.
Sul fronte interno la totale assenza di pareti piene lascia spazio a una quasi totale permeabilità visiva dove le superfici vetrate sono alternate solamente al legno dei montanti. Si compone così un progetto di recupero, non solo di un immobile, ma di una memoria urbana e “costruttiva” attraverso piccole mosse compositive, nell’uso sapiente dei materiali e nella ridefinizione degli spazi in un’ottica contemporanea.
Dati progetto:
- Design Team: De Amicis Architetti
- Contractor: Bailo Srl
- Consulenti: SPS Srl (strutture)
- Impianti: Studio Giarba
- Opere in ferro: Pietro Landi Snc
- Marmi: Bailo Marmi
Fotografie di Alberto Strada, per gentile concessione di De Amicis Architetti