Una casa circondata dalla siepe ed uno spazio di lavoro: gravità, tensione e trasparenza i concetti chiave per coniugare complessità costruttiva e semplicità formale. Con sede a Okazaki, Nagoya, baricentro geografico del Giappone, studio Velocity racconta una nuova “poetica del fare” in cui il lavoro e la sperimentazione sulla materia divengono quintessenza del progetto.
Una casa oltre la siepe
Dodici falde, un unico focolare domestico. Nessuna parete interna, nessun elemento opaco. Stanze aperte, stanze trasparenti. Stanze a vista cielo, stanze tra gli alberi, patii. I sottili pilastri portanti in legno costellano il terreno come tronchi d’albero disposti frammentariamente nello spazio. Come in un bosco, l’abitare si articola in segmenti scomposti.
Fuori, una siepe “il guardo esclude” e gli spazi domestici rimangono celati, nascosti da sguardi indiscreti. La città si fa lontana, quasi distante, mentre l’interno si smaterializza attraverso pareti completamente trasparenti. Una trasparenza accentuata dalla composizione strutturale, un fitto reticolo di pilastri che si snoda lungo tutta la distribuzione divenendone parte integrante.
La forma irregolare del lotto non è che un pretesto, un punto di partenza. L’abitare si sviluppa in lunghezza, orizzontalmente, riformulando il tradizionale rapporto tra le soglie. Un continuo fluire in ambienti diversi, quasi labirintici, guidati esclusivamente dalla pavimentazione: un nastro curvo e sinuoso in legno che collega i locali.
Impossibile definire ad un primo sguardo ciò che sta dentro e ciò che sta fuori. Le relazioni tra gli spazi sono infinite, moltiplicate dalla disposizione delle pareti trasparenti. Una reinterpretazione della casa giapponese, con nuclei opachi che racchiudono le stanze vere e proprie e una distribuzione liquida e permeabile ad unire i diversi spazi, mentre le falde, disposte su diverse altezze e a differenti pendenze, definiscono le pertinenze degli ambienti della casa, sconfinando tra interno ed esterno.
Spazi di lavoro alternativi
Una copertura sinuosa si distende come un velo. Lunghe, sottili e profonde travi di legno si piegano a sorreggerne il peso. Più di una semplice scelta formale: una sperimentazione, un atto di fiducia e conoscenza nei confronti delle potenzialità strutturali e tecnologiche di un materiale. Un lavoro di gravità e tensione.
Travi in legno lamellare, frutto di una progettazione delle lamine matrici assemblate accuratamente per garantire diverse risposte strutturali a seconda della posizione nella luce, si piegano a formare la copertura. La curvatura, modellata in opera, avviene durante il cantiere quando un peso di oltre 20kN viene applicato esattamente al centro della copertura, causando la distorsione morfologica del legno fino a curvarlo.
Una volta rimosso il peso, la forza applicata cessa di operare sulla trave e, per evitare che – nel tempo – il legno torni alla sua forma originaria, vengono inseriti dei pilastri capaci di lavorare a trazione, così da mantenere la curvatura desiderata. Pilastri di legno Hinoki (o cipresso giapponese) che conformano lo spazio come aghi sottili e indipendenti.
Sotto, uno spazio aperto fluido e dinamico, flessibile a combinazioni ed usi differenti. Sopra, una copertura praticabile, un ambiente aggiuntivo, un luogo fruibile. Un nuovo spazio d’aggregazione tra terra e cielo.
CREDITS
Per gentile concessione di: Studio Velocity