Tre progetti di NOA* a confronto: tre architetture responsabili firmate dallo studio altoatesino dove il tema dell’abitare si fonde con la tradizione locale, comfort, qualità e sostenibilità.
Zallinger, Messner e Südtirol-Home. Questi i nomi di tre progetti dello studio NOA*, fondato nel 2010 a Bolzano dagli architetti Lukas Rungger e Stefan Rier, che vi presentiamo secondo un loro denominatore comune, ovvero una declinazione caratteristica e singolare dello spazio domestico alpino. Tre progetti molto diversi tra loro in termini di programma: Zallinger è una struttura ricettiva all’Alpe di Siusi; Südtirol-Home è uno spazio versatile per eventi ad Anterselva, mentre Messner è la casa ai piedi dello Sciliar dello stesso Rier. Numerosi sono tuttavia i punti di contatto tra loro: dall’accostamento di materiali tradizionali a opzioni più contemporanee, da una progettazione per boxes e wunderkammer, alla rinconversione e alle soluzioni su disegno. Il tutto, sempre in un dialogo diretto con l’alta montagna che accoglie questi progetti.
Una rassegna del Südtirol alla Casa dell’Alto Adige
Pietra, legno, stoffe, luce. Troviamo tutti questi elementi all’interno della Südtirol-Home, uno spazio per eventi temporaneo pensato come luogo di ritrovo per campioni, giornalisti ed ospiti in vista del 51° Campionato Mondiale di Biathlon di Anterselva. Una sorta di catalogo che propone su due piani una rassegna di materiali e prodotti locali: dal bancone del bar-cucina a vista del piano terra, collage di essenze lignee, alle nicchie che costeggiano la lounge come box espositivi, dove le panche per sedersi si sovrappongono a particolari pannelli, fatti per esempio di fieno pressato degli alpeggi della Val Passiria o di trucioli di pino cembro di Siusi. Il tutto, inondato dalla luce che penetra dalle ampie vetrate che danno sulla “piazzetta del villaggio”, epicentro degli eventi legati alla competizione sciistica.
Questa rivisitazione degli elementi tradizionali locali fa da sfondo al cuore pulsante della Südtirol-Home: una vera e propria Stube che NOA* recupera da una fattoria, restaura e ripropone in una scatola sospesa sopra la cucina a vista. Questo spazio vuole essere autentico e presenta di fatti tutte le caratteristiche tipiche del salotto austriaco, dalla panca passante al pavimento ad assi, dalle sedie intagliate alla credenza dipinta.
La scelta di riproporre questo ambiente in quella che è stata ribattezzata come la “Casa dell’Alto Adige” è riconducibile al fatto che la Stube sia il centro vero e proprio dello “stare insieme” nelle abitazioni sudtirolesi: attorno al suo tavolo si mangia, si discute e si gioca; questo spazio, il cuore dello spazio domestico, è dove nasce anche il senso di comunità ed accoglienza, ma soprattutto è dove ci si può sentire veramente a casa.
Texture tradizionali riproposte
Il recupero storico e paesaggistico di strutture risalenti al XIX secolo propone invece, nel caso di Zallinger, un’operazione più ampia che attraverso una serie di mini-chalet restituisce al complesso del rifugio l’originario carattere di piccolo centro diffuso all’Alpe di Siusi.
Ognuna di queste nuove unità ospita due camere, per un totale di ventiquattro, che si vanno ad aggiungere alle tredici già esistenti, nel rispetto dell’articolazione originaria del villaggio. Ogni chalet ripropone il linguaggio dei fienili tradizionali attraverso dei rivestimenti in blocchi di legno massello, che vanno a creare un’alternanza tra pieni e vuoti a schermatura delle ampie vetrate. I pannelli esterni, apribili in corrispondenza delle finestre, schermano e creano effetti di luci e ombre, come una sorta di ricamo luminoso.
Zallinger diventa paradigma del turismo responsabile, dove il rispetto per la montagna passa attraverso un sistema costruttivo pensato ad-hoc da NOA* per limitare l’invasività della cantierizzazione, ma anche attraverso ambienti a misura d’uomo dove viene attuata una tipologia di ricettività di lusso che passa attraverso la qualità, e non attraverso la quantità. Nel corpo centrale del rifugio, ristrutturato, viene ricreata l’atmosfera della Stube, che abbiamo incontrato nella Südtirol-Home, attorno ad un grande camino.
Uno spazio domestico fluido, tra scatole e passerelle
La medesima operazione di recupero del linguaggio della tradizione altoatesina è proposta sull’involucro di Messner, l’abitazione dell’architetto Stefan Rier. Il lavoro portato avanti su una struttura risalente a metà XIX secolo reinterpreta infatti il tipico prospetto del fienile alpino attraverso piani sfalsati ed accostamenti di materiali diversi, come la pietra e il larice.
La semplicità dei prospetti più esposti lascia intuire, l’approccio opposto adottato per gli interni. Lo spazio domestico è pensato come un ampio box vuoto: attorno all’alta struttura in larice a vista vengono “appese” una serie di scatole più piccole che ospitano a loro volta i diversi ambienti, collegati tra loro da passerelle e scale che, da semplici spazi di distribuzione, diventano luoghi di servizio, ospitando librerie o vasche a vista. I materiali e le texture si moltiplicano in un insieme caleidoscopico dove al legno e alla pietra si accostano resina, piastrelle smaltate blu mare, ottone e ferro intagliato, morbidi tessuti teatrali e carte da parati.
Sentirsi a casa: Südtirol-Homel, Zallinger, e Messner rivisitano in chiave moderna le forme e il linguaggio della tradizione degli alpeggi attraverso soluzioni progettuali diverse, che traducono immaginari locali in spazi contemporanei, evocativi di una quotidianità densa di ricordi, memoria e tradizioni.
Südtirol-Home
- Foto di: Alex Filz
- Cliente: IDM Alto Adige
- Luogo:
- Anno: 2020
- Superficie: 212 m2
Zallinger
- Foto di: Alex Filz
- Cliente: Berghaus Zallinger, Luisa Schenk & Markus Burger
- Luogo: Alpe di Siusi, Saltria
- Anno: 2017
- Superficie: 1870 m2
Messner
- Foto di: Alex Filz
- Cliente: Stefan Rier
- Luogo: Siusi allo Sciliar, Castelrotto
- Anno: 2017
- Superficie: 220 m2