L’architetto Stefano Peluso firma l’ampliamento del cimitero di Albes, frazione di Bressanone, a ridosso dell’antica chiesa dei Santi Ermagora e Fortunato.
Gli spazi quasi astratti dell’estensione del cimitero di Albes rispondono ai bisogni reali della comunità locale, valorizzando allo stesso tempo l’antico camposanto locale mediante un innesto attento, la cui composizione architettonica si articola a partire dal muro perimetrale.
Il Kirchhof, la Chiesa, la comunità: un’estensione tra continuità e distacco
Come precisa l’Architetto Stefano Peluso, il cimitero, il “Kirchhof” è nella storiografia degli spazi pubblici dei villaggi montani parte integrante della vita quotidiana: il camposanto rappresenta per le comunità locali infatti un luogo di sosta e non di passaggio occasionale, momento e occasione per la fruizione del paesaggio circostante. Questa specifica concezione del camposanto come spazio pubblico riveste questo luogo di ulteriori significati che diventano interessanti spunti di riflessione progettuale.
La necessità dell’ampliamento del cimitero comunale di Albes è stata infatti una questione molto sentita per la Comunità locale: raggiunta la capienza massima, vi era da tempo la necessità di un ingrandimento del camposanto esistente e dell’integrazione di nuovi spazi, come i loculi per urne cinerarie e un ossario, così come i servizi igienici.
Il cantiere dell’estensione, che copre 640 mq, si apre quindi nell’Agosto 2017 e, i lavori si concludono nel Settembre 2018, poco dopo più di un anno dall’inizio della progettazione, restituendo alla cittadina di Albes un’estensione elegante che non nega l’antico cimitero, ma vi si accosta sinergicamente occupando il pendio a nord dell’impianto esistente ad una quota leggermente maggiore.
I due spazi, antico e nuovo, sono così chiaramente distinguibili e distinti a livello spaziale, benché posti in continuità visiva. Fisicamente, sono connessi fra loro da una lunga rampa e da una scala che insieme superano il dislivello del sedime; visivamente, il muro di contenimento che si trova tra il vecchio sistema cimiteriale e l’estensione è stato tagliato all’altezza di un metro. Così, l’estensione del cimitero è impostata in modo tale da superare ogni tipo di barriera architettonica, fisica e visiva.
Il muro perimetrale come traccia
L’estensione del Cimitero di Albes dell’architetto Stefano Peluso si genera a partire dai muri perimetrali dell’antico camposanto: la composizione planimetrica del progetto segue una forma che prolunga, allo stesso tempo, il segno dei muri esistenti e la morfologia del pendio.
Lo spazio per le inumazioni è quindi circondato da un muro perimetrale che, anche grazie al dislivello del sedime, genera verso valle un punto panoramico e al contempo realizza a monte uno spazio riparato dalle intemperie. Il muro di contenimento è, infatti, progettato con delle sporgenze, a sbalzo, al di sotto delle quali si crea una sorta di porticato, attrezzato con sedute e una piccola fontana, uno spazio dove si possono anche svolgere funzioni religiose all’aperto.
Lo stesso muro, articolandosi in diversi spessori e direzioni, genera spazi molto diversi fra loro: l’area adibita ai magazzini, l’ossario e il colombario. Il cardine tra lo spazio dedicato ai colombari e il muro di contenimento a Nord è segnato da un elemento distinguibile anche in lontananza: un grande lucernario, parzialmente incastonato nella montagna, dove la luce zenitale penetra da una grande e profonda apertura a tronco di piramide e disegna al suolo ombre nette e marcate, enfatizzando secondo le intenzioni progettuali la sacralità del luogo.
La ricerca estetica per mezzo dei dettagli
Nel progetto di Peluso la ricerca estetica applicata all’architettura funeraria genera interessanti spunti di riflessione, in quanto la luce diurna e notturna viene qui intesa come elemento di progetto, così come l’accostamento di geometrie essenziali - concepite in rapporto agli spazi di sepoltura e lo studio dei dettagli – e di materiali diversi.
Il muro perimetrale, così rilevante nelle sue diverse declinazioni all’interno del sistema compositivo dell’estensione cimiteriale, è realizzato in calcestruzzo sabbiato, riprende quindi l’aspetto del muro esistente e al contempo contrasta con la scelta di lasciare le pareti interne del muro grezze, in calcestruzzo faccia a vista, dove si possono leggere le doghe verticali dei casseri. Infine, i loculi del colombario realizzano un’interessante sequenza compositiva: i fori sono di due dimensioni, singoli e doppi, e sono dotati di appoggi per vasi di fiori e candele.
Le linee austere, gli spessori e l’articolazione geometrica del muro perimetrale contrastano con la ricercatezza delle finiture dei loculi del colombario. L’opacità del calcestruzzo a vista contrasta infatti con la finitura luminosa dei loro pannelli di chiusura: i fori singoli presentano lastre in lamiera di bronzo, mentre i doppi sono chiusi da pannelli in lamiera zincata color antracite.
I giochi di luci ed ombre non sono limitati alle ore diurne: accanto a ogni pannello singolo vi si trova un loculo vuoto, attrezzato con delle lampade che anche nelle ore notturne illuminano delicatamente lo spazio circostante.
Il progetto di Peluso per l’ampliamento del Cimitero di Albes, nominato per il Premio d’Architettura Alto Adige 2019, risulta quindi essere un intervento che, nella sua sensibilità e chiarezza, si rivela ricercato e attento nel tentativo di restituire alla comunità uno spazio contemplativo e di raccolta che sia al contempo vicino alla tradizione e all’identità locale e in stretto rapporto, visivo e fisico, con il paesaggio montano che lo circonda.
Dati del progetto
- Statica, sicurezza: Dr.Ing.Maurizio Staglianò
- Impianti elettrici :Studio Von Lutz
- Imprese: ATI Oberhauser Bau srl e Klapfer Bau srl.
Fotografie di Gian Paolo Guacci