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Roma, forme e trasformazioni

Progetti

Il tema della trasformazione urbana, nella sua complessità, ha da sempre rappresentato uno degli scenari più interessanti attraverso il quale intercettare ed interpretare nuovi usi dello spazio, nuovi flussi, modificazioni e cambiamenti delle abitudini socio-economiche dei luoghi, oltre a possibili innovazioni nella progettazione fisica del territorio.

Lungo i processi della trasformazione muove il nuovo film “Trasformazioni al margine. Passaggio Laurentino”, attraversando il racconto della complessità urbana, restituendo meccanismi e forme, percezioni e attraversamenti, proiettando l’architettura sullo sfondo, scenario della crescita e della trasformazione, teatro del cambiamento degli stili di vita e di un modo di abitare più ampio.







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Roma e le sue visioni, i piani del 1931 e del 1962 che spostano la città verso i bordi, immaginando la periferia che diventa centro

Da un lato il film vuole mettere in luce la storia delle strategie urbane

Partendo dal progetto dell’E42, dal quartiere dell’EUR, per arrivare alla costruzione della città pubblica, i quartieri dell’edilizia economica popolare: la riforma urbanistica, la legge n.167 del 1962, le cooperative e le sperimentazioni, le soluzioni e le problematiche.



Per farlo, la narrazione filmica utilizza un caso studio, la storia e le vicissitudini di uno dei casi più emblematici di Roma, il Laurentino 38 progettato dall’Arch. Piero Barucci: il sistema della vertebra urbana e il meccanismo insediativo, strade e ponti, stecche e torri.





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Il Laurentino 38, con i suoi undici ponti, […] ha costituito […], un modello di città sulla scorta delle esperienze fatte in Nord Europa, in particolare in Inghilterra (Cumbernauld, 1967 – Milton Keynes, 1967) e in Francia, su livelli diversi, con una circolazione stradale a livello terra e una circolazione pedonale al livello superiore,” generando “un sistema urbano che diventa la vertebra urbana, […] una città che ha delle spinte futuriste, sicuramente. 

- Arch. Ruggero Lenci




Trasformazioni, riletture di un territorio in continuo movimento. 

Un movimento che dilata sempre di più i bordi della città storica e di quella consolidata, introducendo un nuovo elemento: il Gra, il Grande Raccordo Anulare.

Un confine distributivo, il telaio che sorregge il flusso veicolare di molte storie romane, diventa elemento insediativo allargando territori e generando nuove forme di abitare, oltre il raccordo, disgregano i bordi e mettendo fine alla storica dicotomia città/campagna, in una città-territorio.



Dall’altro lato il film vuole porre l’attenzione sul progetto di una di queste centralità, individuate dal Prg di Roma del 2008, quella del Laurentino. Una polarità in divenire che ad oggi mostra il suo primo tassello: il centro commerciale Maximo, progettato dallo studio 3C+t Capolei Cavalli Architetti Associati. Partendo da questo spazio, dal suo concepimento e realizzazione, è possibile tracciare un parallelismo con il movimento della città ad uscire, verso i suoi bordi, dalla città storica a quella in trasformazione.

Lo spazio esiste nel momento in cui viene illuminato, […] l’illuminazione naturale è l’elemento caratterizzante del nostro intervento, […] ricreando quell’atmosfera della passeggiata all’interno delle strade e dei percorsi delle nostre città storiche, dove l’ombra e il sole caratterizzano gli spazi del percorrere. 

- Arch. Fabrizio Capolei

Il racconto muove così nell’attraversamento dell’architettura, mettendo in luce elementi e temi, soluzioni e sfide da superare: dalla luce che penetra dalla copertura sino alle gallerie, superando gli spazi del mercato per uscire sulla piazza pubblica dove non solo vengono presi in considerazione gli aspetti della pelle, della tessitura superficiale del centro ma dove le due storie e le due scale di osservazione si incontrano. 

L’idea è stata quella di creare continuità tra spazio interno e spazio esterno. […] La piazza storicamente è un elemento molto importante e fondamentale per la genesi di un luogo, è un punto di incontro, di svago, di politica, di educazione, è il luogo dove trovare ombra, riparo, bellezza. Tutti motivi per cui le persone prendono possesso di un luogo, sia in maniera dinamica, perché lo attraversano, ma anche statica, perché lo occupano

Arch. Pierfrancesco Capolei

Due racconti, due scale che si muovono parallelamente: dal dettaglio alla città, dai flussi all’abitare. Ingrandimenti e restringimenti, che emergono in un duplice percorso che tende a collidere, a sovrapporsi, tenendo insieme le diverse storie e istanze presenti sul territorio. 

A prendere forma è lo spazio della polarità, uno spazio in movimento, con tensioni e velocità diverse. Su questo suolo si confrontano non soltanto i tempi della città, ma immaginari antichi e nuovi, interessi ed istanze

Un percorso che vuole mettere in luce la trasformazione dello spazio urbano contemporaneo, osservando le forze che guidano questo cambiamento, esplorando forme e dimensioni.

Roma e la sua possibile mutazione.

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