Trovare l'equilibrio fra architettura e ingegneria: il caso di Polistudio - ISPLORA
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Polistudio: l'equilibrio fra architettura e ingegneria

Progetti

Architettura e ingegneria non sempre vanno d'accordo. Abbiamo intervistato Polistudio, una società a metà fra queste due discipline per capire come si può creare il giusto equilibrio nella progettazione

La redazione di ISPLORA ha incontrato Polistudio A.E.S. s.r.l., con uffici a Riccione e Milano. Un’importante società di progettazione che sviluppa soluzioni integrate di architettura e ingegneria. Sono stati affrontati alcuni temi chiave della attività di progettazione, come l’affronto multidisciplinare delle commesse, l’integrazione fra le diverse professionalità e la continua necessità di mantenersi professionalmente aggiornati, senza perdere mai di vista la qualità del progetto.

Cosa vuol dire per Polistudio mettere in relazione architettura e ingegneria in un processo integrato? Come viene strutturata la relazione fra queste due discipline nel vostro lavoro? Quale può essere considerato il trait d'union fra ingegneria e architettura?

Per far fronte alle sfide che il mercato pone, abbiamo puntato sul lavoro di squadra, sulla condivisione e sulla formazione continua. Siamo convinti che per realizzare progetti di qualità sia essenziale un approccio multidisciplinare, coinvolgendo e valorizzando le diverse figure professionali coinvolte, normalmente tutte presenti nella nostra società. Competenze che vanno dall’architettura, all’ingegneria strutturale a quella impiantistica meccanica, elettrica e infrastrutturale. Sviluppando in maniera fortemente integrata il processo progettuale, siamo facilitati nella individuazione delle migliori soluzioni, che rappresenteranno il giusto equilibrio fra le esigenze funzionali, quelle economiche, quelle spaziali, ambientali e di risparmio. Questo processo, che è caratterizzato da un dialogo continuo fra esperti di diverse discipline che si integrano reciprocamente, assicura qualità, sostenibilità energetica, ambientale ed economica. Per questo diamo grande valore alla formazione e all’attenzione alle nuove tecnologie, metodologie e programmi. Emblematico di questo continuo processo di formazione e aggiornamento, è stato l’approccio attraverso la metodologia del B.I.M. (Building Information Modeling). Così facendo, tutto lo staff di Polistudio è chiamato a lavorare sullo stesso oggetto virtuale attraverso il BIM, ognuno con la propria competenza è chiamato ad inserire le informazioni necessarie alla completa definizione dell’oggetto.



L’intervento di restyling dell’Hotel Meeting a Riccione mette in mostra una prospettiva e una scala diversa del progetto dove diventano fondamentali la cura dei materiali, la ri-composizione degli spazi ricettivi, gli arredi e la progettazione degli interni in generale. Cosa ha significato per Polistudio calarsi in questa situazione? Qual è stata la traiettoria progettuale che ha guidato le vostre scelte?

Come in ogni nostro progetto, tutto è partito da un fitto dialogo con il cliente. Ma ci si siamo anche lasciati ispirare dalle suggestioni del contesto, in cui l’edificio si colloca. I suoi nove piani consentono di godere di un punto di vista singolare, se non unico per la città di Riccione, dando modo all’ospite di vivere appieno una stretta connessione tra la spiaggia e le colline. L’obiettivo principale, quindi, a cui non si è voluto rinunciare, è stato quello di proporre agli ospiti un’esperienza di mare, vento, sole, aria e natura anche negli ambienti interni. Crediamo nell’importanza della luce nell’organizzazione dello spazio e nel raggiungimento del comfort. Per questo, abbiamo fatto precise scelte illuminotecniche. Abbiamo optato per elementi da incasso che si integrano perfettamente nel controsoffitto, distribuiti anche nelle zone accanto all’armadio e allo specchio. Per quanto riguarda gli arredi sono state privilegiate le linee eleganti, ma semplici, accostando il legno naturale e il colore bianco. Infatti desideravamo avere una base neutra, in modo da personalizzare al meglio ogni camera con l’aggiunta di dettagli colorati. In ogni camera abbiamo, così, inserito un elemento evocativo del tema prescelto (mare, natura, sport), utilizzando carta da parati e introducendo note di colore, attentamente riprese nella scelta degli accessori, come il divano letto, la poltrona letto, i cuscini e il rivestimento del bagno. Massima funzionalità a grande eleganza sono state ricercate nei materiali. Ad esempio, abbiamo scelto il gres ceramico in grande formato per il pavimento, moquette nei corridoi delle aree comuni, controsoffitti, ceramiche e rubinetterie particolari. Sono state fatte scelte tecnicamente evolute per quanto riguarda l’insonorizzazione delle camere e nello specifico per le pareti divisorie, per le porte d’ingresso alla camera, per gli infissi esterni e per la pavimentazione morbida dei corridoi comuni. L’intento è stato quello di mettere al centro del processo ideativo l’ospite e l’insieme dei suoi desideri e delle sue esigenze.



Scheda tecnica: Arredi su misura ECLEPTICA - CAGLI; Pavimenti  RAGNO; Rivestimenti bagno RAGNO E IRIS CERAMICHE; Piano appoggio lavabo LAMINAM; Sanitari GSG; Lavabo SCARABEO CERAMICHE; Rubinetterie TREEMME; Carte parati WALL E DECO', INKIOSTRO BIANCO, MR.PERSWALL, WALL LCA; Divani letto DOMINGO SALOTTI PESARO; Sommier e materassi DORELAN

Vi siete occupati anche della co-progettazione del Nuovo Centro Congressi Portello (MiCO), ideato dall’architetto Mario Bellini. Quali erano le mansioni di Polistudio all’interno del progetto, in particolare in relazione con il progetto di Bellini? Come avete risolto le questioni strutturali e impiantistiche, soprattutto in merito alla pelle metallica che ricopre l’edificio?

Il Nuovo Centro Congressi di Fiera Portello di Milano è stato un progetto importante, di cui ci siamo occupati dal 2009 al 2012. Il suo valore è di circa 50 milioni di euro e doveva prevedere 18.000 posti a sedere, un auditorium da 1.500 persone, una sala plenaria da 4.500 posti totali, 73 sale modulari da 20 a 2.000 posti e 54.000 mq espositivi a supporto. La riqualificazione del Portello si inserisce armonicamente nel più ampio processo di trasformazione dell’area, posta a nord-ovest di Milano, dialogando con i quartieri adiacenti e costituendo - grazie all’innalzamento del piazzale antistante il nuovo Centro Congressi e alla valorizzazione dei camminamenti laterali alla “stecca” – le basi per il nuovo raggio verde fra il parco di City Life, il Monte Stella e, prospetticamente, l’area Expo.

Fiera Milano aveva dato l’incarico all’architetto Pierluigi Nicolin di occuparsi della progettazione di tutta la parte interna congressuale-espositiva. Polistudio A.E.S. ha vinto la gara d’appalto per il progetto esecutivo insieme al consorzio di imprese che si è aggiudicata l’esecuzione dei lavori. Si è trattata di una Co-progettazione architettonica e strutturale e di una progettazione impiantistica con Teco+ di Bologna. Per quanto riguarda le strutture speciali in acciaio il merito va all’Ing. Massimo Majowiecki di Bologna. Mentre la direzione Lavori è stata seguita da SD Partners s.r.l. di Milano. Di certo è stato un intervento eccezionale, che ha portato alla creazione di una sorta di 'cometa’, argentea, realizzata con lamiere microforate in alluminio dell’azienda Kalzip, che sormonta la nuova testata del Portello. La cometa, disegnata dall’arch. Mario Bellini, è costituita da una combinazione di 8mila metri di raggi luminescenti (di circa 200 metri) che vanno a formare una coda. Ogni raggio è costituito da quattro nastri in alluminio ultrasottile color argento e microforato. Questo aspetto rende la struttura, realizzata dalla Leoni s.r.l., particolarmente leggera. Inoltre, ogni raggio è sostenuto da strutture reticolari tridimensionali in acciaio. Su queste strutture trovano posto circa 8mila metri di luce canalizzata prodotta da sorgenti luminose di Led a basso consumo.



Infine, il progetto per Palazzo Lombardia a Milano qual è stato il vostro ruolo? Quali le richieste del cliente? Oltre al progetto esecutivo vi siete relazionati direttamente con le imprese esecutrici dei lavori? Quali erano le maggiori sfide poste dal progetto?

Abbiamo partecipato alla gara per l’assegnazione del progetto esecutivo e dei lavori come team di progettisti all’interno del consorzio Tecnion, di cui facciamo parte. Nello specifico, Polistudio A.E.S. si è occupato del coordinamento della progettazione esecutiva, del verde ed arredo urbano, nonché della co-progettazione esecutiva degli impianti meccanici, elettrici e della facciata fotovoltaica. Si è trattata di una co-progettazione impiantistica con Teco+ di Bologna. La progettazione strutturale è stata ad opera del Prof. Ing. F. Mola di Milano; mentre quella delle opere in acciaio è stata dell’Ing. M. Majowiecki di Bologna. Polistudio, si è occupato, inoltre, della progettazione esecutiva delle opere strutturali non in acciaio.

È stato sicuramente un progetto importante – realizzato dal 2007 al 2010 - se si considera il volume (754.800m³) e la superficie (200.600m²). Il complesso è costituito da sei corpi di fabbrica che si sviluppano orizzontalmente con punti di tangenza tra di loro creando un sistema di piazze interne. Cinque edifici per una altezza di 9 piani fuori terra ed una torre che si eleva fino a quota +161,30m (29 piani). Due piani interrati destinati ad archivio, deposito e locali tecnici e tre livelli di parcheggio. Questa per noi è stata la prima esperienza in cui ci siamo misurati con un grande progetto. Ci siamo addentrati in un territorio fino ad allora inesplorato. Si trattava del il primo edificio sviluppato in altezza nell’area milanese di Garibaldi- Repubblica, un edificio che ha cambiato lo skyline della città.



La torre centrale di Palazzo Lombardia raggiunge 161,30 metri ed è circondata da cinque edifici curvilinei, alti dai sette ai nove piani, che ospitano le funzioni istituzionali della Regione, quelle culturali, di intrattenimento e servizio. Gli edifici sono collegati da un’enorme piazza di forma ovoidale con una copertura a membrana in Texlon® ETFE, fornita dall’azienda Vector Foiltec. La tecnologia EFTE è costituita da membrane pneumatiche in materiale plastico che si appoggiano su una struttura reticolare in acciaio e che si gonfiano d’aria assicurando un efficace confort allo spazio sottostante. Un edificio che per quell’epoca era assolutamente innovativo, un’esperienza che ha fatto da apripista per tante esperienze che poi si sono sviluppate nel tempo. Il progetto ha adottato soluzioni tecnologiche avanzate, quali un sistema a travi fredde con utilizzo di pompe di calore a acqua di falda, studiato sia per il riscaldamento che per il raffreddamento. Si tratta di un edificio completamente in vetro in doppia pelle, uno dei primi edifici in Italia con questa tecnologia realizzata dalla Isa Infissi.

È dotato di un sistema di controllo climatico, di risparmio energetico e di comfort interno assolutamente innovativo. C’è una facciata intera della torre più alta, le cui vetrate hanno cellule fotovoltaiche esposte a sud che servono per produrre energia elettrica che compensa una parte dei consumi che produce la vita dell’edificio. È un esempio che mostra come la geotermia possa funzionare su larga scala. Per tutta l'altezza del grattacielo e negli altri blocchi che lo abbracciano, le migliaia di stanze vengono scaldate o raffreddate solo grazie allo scambio di calore con la falda che scorre sotto al grattacielo. In questo modo abbiamo un enorme abbattimento di CO2.

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