Un blocco residenziale dall’estetica asciutta si ritrova, quasi improvvisamente, invaso dai riflessi color menta di un liscio pavimento. Un pavimento che invade lo spazio esterno come prolungamento dell’abitare. Come se la dimensione domestica non conoscesse un vero limite tra dentro e fuori e, anzi, colonizzasse lo spazio senza remore. E’ il nuovo progetto di fala atelier.
Con base a Porto, fala atelier è oggi uno dei più eclettici e rappresentativi studi portoghesi sul panorama internazionale. I loro lavori esplorano la dimensione dell’abitare intersecando la poetica della costruzione grafica come strumento compositivo e comunicativo. Un’architettura che prende forma attraverso lo studio cromatico, con combinazioni di pattern e pantoni che definiscono le pertinenze degli ambienti interni ed esterni senza soluzione di continuità.
In un’era in cui i social network plasmano la percezione della realtà o, meglio, la aumentano, le visualizzazioni grafiche di fala atelier si pongono come device sperimentale nel campo della comunicazione dell’architettura. Un’architettura che percorre il tema del progetto facendo della propria immagine lo strumento di indagine contemporaneamente spaziale e comunicativa. Una grafica che unisce la fotografia con le sovrapposizioni a collage, moltiplicando le dimensioni del progetto.
Matericità e texture narrano la tensione tra il progetto del nuovo inserimento e l’edificio pre-esistente. Chiave di lettura di un processo progettuale che è ormai un fil rouge tra tutte le opere di fala atelier, il prospetto disegna un forte contrasto con il suo immediato contesto. Il loro modus operandi, chiaramente riconoscibile nella giustapposizione di elementi complementari, come nella sobrietà e delicatezza della cura delle finiture, traduce lo studio assonometrico nella tridimensionalità dello spazio reale. E’ come se il disegno, il tratto grafico, si riconoscessero nelle partizioni murarie, nei pavimenti lucidi, nei rivestimenti eclettici e negli estratti marmorei.
Un palcoscenico verde menta
Lo spazio principale è contorto, al limite della frammentazione e si estende da facciata a facciata. La riconfigurazione mantiene un’empatia leggera verso quella che era la conformazione originale. Ora, il lotto dalla morfologia articolata, si spezza centralmente in maniera discontinua: zona giorno e zona pranzo si compongono lungo il percorso, seppure la cucina risulti quasi separata. Lo studio degli interni permette di porre l’accento sul tema della versatilità, poiché l’ambiente principale è pensato con la possibilità di inserire, nel tempo, una camera da letto supplementare. La zona notte principale ed i due bagni sono nascosti da una semplice parete semicircolare, una linea curva che racchiude in sé gli ambienti più intimi della casa. La quantità di elementi verticali è ridotta al minimo, attraverso un layout strategico che permette la conformazione delle stanze necessarie attraverso un numero esiguo di pareti.
Il gioco ha poche regole. Un’opposizione lieve tra elementi esistenti ed aggiunti, in cui la parete circolare contrasta la complessità della verticalità dell’edificio; le finiture, dai tipici toni ironici di fala atelier, che sottolineano la presenza della struttura, oltre che degli elementi trasparenti; le aperture interne, sigillate da porte quasi “monumentali” in legno che suggeriscono le sfumature della privacy domestica, regolando i gradi di intimità tra i vari ambienti; la cucina, modellata su misura entro lo spazio articolato, che prende luce grazie all’affaccio diretto sulla corte posteriore; e, infine, a regolare integralmente la distribuzione, il palcoscenico verde menta.
Dati del progetto
- Status: privato; costruito
- Superficie: 190m2
- Team: Filipe Magalhães, Ana Luisa Soares, Ahmed Belkhodja, Costanza Favero, Lera Samovich, Joana Sendas, Paulo Sousa