Mole House è uno spazio live-work di tre piani nel cuore di Hackney, progettato come una dimora monofamiliare per l'artista contemporaneo Sue Webster.
Il progetto è nato come un esercizio di scavo e memoria, in linea con la visione di Webster, fortemente legata alla storia e al tessuto dell'edificio originale. La casa indipendente vittoriana fu lasciata vacante e abbandonata dopo 40 anni di locazione, da parte di Hackney Mole Man. Noto per aver trascorso anni a scavare una rete di tunnel sotto la proprietà, i suoi decenni di scavi hanno prodotto un sistema sotterraneo di passaggi multi-direzionali. L'estrazione aveva seriamente compromesso l'integrità strutturale, perciò la casa fu sequestrata. Le sue “tane” sono state tappate con calcestruzzo aerato per ristabilire la sicurezza strutturale e oltre 33 tonnellate di detriti sono stati rimossi dal sito. Webster è stato affascinato dal potenziale della proprietà indipendente e dai suoi strati accumulati di storia architettonica e sociale.
Il progetto celebra l'eredità di questo sito unico, preservando l'autenticità con nuove aggiunte che mettono in luce gli elementi esistenti. Il progetto nasce da un esercizio archeologico, una graduale rivelazione del tempo attraverso il processo di scavo, un rinvenimento di 2.000 tonnellate di calcestruzzo di riempimento che rivela diversi anni di storia domestica fossilizzata.
L'edificio occupa un terreno triangolare ed è stato ampliato a livello seminterrato, offrendo spazi abitativi a pianta libera di nuova costruzione, ciascuno circondato da un giardino lungo il suo perimetro. Ci sono più ingressi alla casa, due di questi sono direttamente accessibili dal vialetto e da Mortimer Road, uno guida direttamente allo studio – al piano terra – e l'altro allo spazio abitativo della casa principale. Un ulteriore ingresso alla casa avviene tramite una serie di gradini che conducono al giardino anteriore ed eventualmente allo studio e al giardino posteriore. Con questo scavo attento e metodico, si scoprono pezzi di storia, momenti di un tempo precedente, che vengono portati alla luce. Questo processo si rivela camminando intorno al giardino.
Esternamente, è stata conservata la muratura originale, realizzata con 15.000 mattoni di Londra recuperati e utilizzati anche per riparare le aree danneggiate. L’esterno viene mantenuto, esprimendo l'aspetto del bunker abbandonato dell'edificio. Nuove vetrate, in cemento e delimitate da cornici in bronzo patinato, sporgono sotto una fascia di cemento, tagliando orizzontalmente l'altezza della casa.
Internamente, una struttura portante in cemento, a forma di croce, posizionata al centro del piano divide l’edificio in quattro zone, sostenendo nuovi solai e pareti di controventamento. Le pareti e i pavimenti interni originali sono stati rimossi completamente, essendo crollati o erosi irrimediabilmente. Un muro di partizione esistente è stato demolito, creando in questo modo uno spazio più espansivo, flessibile e unificato. I volumi interni sono caratterizzati da una tavolozza di materiali minimali di cemento e legno a vista, con una scala a sbalzo che scende in un alto studio seminterrato pieno di luce. Il piano superiore, che è stato rinforzato a seguito di danni da incendio e corrosione, è perforato da un grande lucernario apribile. La luce naturale permea in tutta la residenza, filtrata attraverso finestre e porte a tutta altezza. L'edificio è stato scavato al di sotto del livello della strada, solidificando le fondamenta esistenti e fornendo uno spazio abitativo contemporaneo esteso. Un singolare foglio di ardesia sostituisce il tetto spiovente originale dell'edificio, fornendo un contrasto con il mattone esterno, mentre i telai delle finestre e delle porte, le recinzioni introdotte all'interno del giardino paesaggistico del sito hanno la stessa colorazione superficiale.
Mole House dimostra una visione combinata tra committente e architetto che esalta le storie urbane, tattili e personali. L’approccio progettuale è stato definito da un restauro che ha considerato autenticità dei materiali ed elevata funzionalità.
Credits
- Press Kit: Adjaye Associates
- Fotografie: Ed Reeve