Opere d'arte calpestabili - ISPLORA
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Opere d'arte calpestabili

Progetti

Giulio Pizzuti, responsabile di Mafi Italia, durante l’intervista realizzata per il docufilm "Progettare con le parole", che vede come protagonista lo studio na3 architetti, ha parlato della loro esperienza nella lavorazione e produzione di parquet di elevata qualità.

Concentrandosi sull’utilizzo nella progettazione di interni, ha usato l’espressione opere d’arte calpestabili, una definizione decisamente appropriata, considerando la cura, l’attenzione al dettaglio, con cui le loro assi vengono realizzate.

Mafi nasce a Schneegattern, in Austria, più di cent’anni fa in quella che all’epoca era una piccola realtà famigliare, una segheria, e divenuta nel corso del tempo un importante marchio internazionale nella produzione di pavimentazioni in legno.



Approfondendo il rapporto con la materia prima è subito evidente come anche nel suo trattamento il tema ecologico sia centrale. In primo luogo, sottolinea lo stesso Pizzuti, “dell’albero non viene buttato via niente”, in un uso pressoché totale dove ci si propone di “valorizzare quelli che una volta venivano considerati difetti”, oggi elementi di valore.

È poi nella lavorazione operata da Mafi che il connubio tra attenzione ecologica e ricerca qualitativa diviene effettivo, come emerge in modo chiaro dal racconto del responsabile vendite di Mafi Italia:

Il nostro prodotto non contiene nessun tipo di sostanza nociva per la salute. Inoltre, lasciando al legno le caratteristiche che gli dà la natura, lasciando il poro aperto, il legno continua a respirare, continua ad assorbire l’umidità dall’ambiente. Assorbendo l’umidità quando è troppa e restituendola quando è troppo poca, il legno regola l’umidità, regola il microclima interno e nel fare questo assorbe i cattivi odori e immette nell’ambiente un profumo naturale.

Una soluzione che quindi offre un evidente comfort abitativo, rendendo l’ambiente più sano, igienico e gradevole, in sintonia con una lavorazione naturale del legno. Questo materiale oliato, essiccato e non verniciato garantisce lo scambio di umidità con l’interno e una piacevole sensazione al tatto.



Una prima importante fase, dopo la lavorazione del tronco intero per ottenerne delle lamelle, è proprio l’essiccazione, come evidenzia Pizzuti nel corso dell’intervista:

Le lamelle vengono lasciate essiccare all’aria più tempo possibile, possibilmente anche mesi e poi, prima di essere utilizzate per produrre le doghe, vengono lavorate definitivamente in camera di essiccazione fino a raggiungere l'umidità intorno al 7%.



La scelta di “non buttare via niente” del tronco permette a Mafi di realizzare doghe realmente simmetriche, sviluppate su tre strati. Al centro si utilizza abete austriaco, caratterizzato dalla sua peculiare elasticità, mentre per quelli esterni, racconta sempre Pizzuti, possono permettersi:

di mettere nella parte sottostante la doga, la parte che non si vede perché utilizzata per quella che in gergo si chiama controbilanciatura, lo stesso identico materiale che viene utilizzato per il cosiddetto strato nobile, cioè la lamella superiore. Ma avrà le stesse caratteristiche dimensionali, lo stesso tempo di stagionatura, lo stesso grado di essiccazione, eventualmente anche lo stesso termo-trattamento, e quindi si comporterà esattamente allo stesso modo dello strato nobile.

Una scelta e una composizione che permette di compensare in modo efficace le tensioni della superficie, proprio perché il materiale ha la stessa origine, la stessa storia; una struttura in grado di rispondere positivamente anche ad eventuali allagamenti e conseguente imbarcatura del legno.



La ricerca e la cura decennale di una realtà come Mafi è raccontata dal suo responsabile per l’Italia, Giulio Pizzuti, nel film con protagonista lo studio di Roma na3 architetti, presto disponibile su Isplora.com.

Non perderti il trailer del docufilm in arrivo!

Credits

  • Redazione Isplora
  • Fotografie: Courtesy by Na3 Architetti

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