Lo studio LDA.iMDA sopraeleva una piccola unità abitativa su un orto a San Miniato, realizzando un virtuoso esempio di edilizia al contempo sostenibile, ecologica e dall’estetica ricercata, frutto di una ricerca progettuale atta a ricucire e riattivare contesti territoriali fragili.
Gli architetti LDA.iMDA Associati scrivono che “se vuoi essere felice per tutta la vita, fatti una casa nell'orto.” È proprio per rispondere ad un’esigenza di una committenza appassionata – quella di coltivare, rimanendo a stretto contatto e in prossimità col territorio - che viene alla luce questo progetto, un’abitazione di circa 85 mq fluttuante su un orto a San Miniato, in Toscana, tra alberi da frutto, galline e verdure.
San Miniato: territorio fragile
Il progetto fa parte della ricerca narrativa e figurativa dei progettisti atta ad esplorare le connessioni tra forma architettonica, soluzioni tecnologiche, identità e richieste della committenza e un contesto estremamente fragile. La casa si colloca infatti in una fascia periurbana del tessuto agricolo-produttivo di San Miniato, un sito degradato dall’espansione urbana, al confine fra abbandono, paesaggio, costruito, vecchio e nuovo, stagliandosi quindi con la sua forma pura e il suo candore su uno sfondo del colore della terra, verde e azzurro, ma allo stesso tempo innestandosi sul fragile confine tra paesaggio naturale e antropizzato.
La rigenerazione di questo tipo di territori passa anche attraverso interventi puntuali, controllabili e sostenibili, che nella loro indagine tentano di ricucire il delicato equilibrio tra ambiente e società senza imporre stilemi estranei o incompatibili con il contesto: LDA.iMDA ha deciso di aprire il cantiere della Casa nell’Orto per ospitare l’edizione di Studi Aperti 2019, cercando di sensibilizzare il pubblico rispetto a questo genere di interventi.
Il prototipo di LDA.iMDA sostenibile e in divenire
La Casa nell’Orto realizza solo parte di un progetto più ampio pensato per l’area, che demolisce parte degli edifici esistenti sul lotto e si sviluppa linearmente su 145 mq, affiancando all’unità-abitazione, già costruita, una zona da adibire a serra invernale ancora da edificare: il progetto comporta l’ideale fusione tra interno ed esterno grazie alla combinazione tra gli spazi per l’abitare e quelli per coltivare.
Il primo stralcio di progetto realizzato, la casa, cristallizza per mezzo di una forma pura il disegno infantile della “casa” e si compone di tre ambienti principali uniti da una distribuzione lineare individuata in facciata dalle due scalette d’ingresso in acciaio, posizionate specularmente su entrambi i lati corti. La zona living e la zona notte, con la seconda di dimensioni leggermente ridotte rispetto alla prima, si posizionano in testa, alle due estremità dell’abitazione, e vengono separate da un blocco per servizi e cucina, che con la sua durezza contrasta la naturale lucentezza del legno.
Tecnologie e prefabbricazione per l’abitare e non
L’edificio vede impiegate tecnologie costruttive che attingono dal mondo della prefabbricazione, sfruttando elementi pensati per l’abitare e non; e vengono poi combinate con soluzioni tecnologiche d’avanguardia che rendono la casa autosufficiente. Innanzitutto, la modularità è conferita all’edificio dalla particolare tecnologia strutturale adottata, semplice, solitamente utilizzata per realizzare serre, riadattata in questo caso per costruire l’abitazione: la struttura è infatti realizzata con tubolari in alluminio-acciaio.
La soletta del pavimento, rialzata rispetto al terreno, è costituita da un unico pannello prefabbricato portante di produzione francese, la cui stratigrafia presenta un isolamento in polistirene racchiuso tra due strati di finitura di pregio in larice e abete, ed è stato trattato con impermeabilizzanti a protezione delle superfici. La scelta di sopraelevare il piano di calpestio rispetto al terreno ovvia ad aspetti di tipo idraulico e al contempo tenta di ridurre l’impatto dell’edificio sul paesaggio in termini di consumo del suolo.
Le pareti laterali, sui lati nord e sud, sono dotate di un sistema ventilato interno integrato, mentre il rivestimento esterno è ideato in modo tale che si crei una continuità tra pareti e copertura: entrambe sono realizzate con pannelli coibentati avvolti da un manto impermeabile sintetico senza soluzione di continuità in poliolefina flessibile, realizzato con una speciale colorazione bianca nella massa che lo rende ad elevata riflettanza solare. Conseguentemente, questo tipo di finitura riduce di oltre il 50% la temperatura superficiale del tetto e di concerto anche quella interna all’edificio, mantenendole costanti.
Gli infissi, in alluminio, abbinano ridotti ingombri a linee pulite, alternando porte-finestre ad ante e scorrevoli a finestre a bilico sui lati nord e sud. Ulteriori scelte oculate per quanto riguarda la sostenibilità energetica, come l’installazione di un impianto fotovoltaico in copertura, costituiscono un importante contributo verso questo slancio positivo in chiave ecologica in quanto rendono la Casa nell’Orto completamente autosufficiente.
Dati del Progetto
- Impresa appaltatrice: Cardelli Bros
- Rivestimento facciata: Mapei e Polyglass – Mapeplan
- Pannelli in poliuretano per muri e coperture: Italpannelli
- Soletta pavimento: Simonin – Sapisol
- Finestre: Aluk Group – SL50
- Adesivo in poliuretano monocomponente: Soudal – Sodatherm plus
- Camino: Palazzetti – Ecopalex 88
- Divano: Edra Mazzei – Sofà Standard
- Dipinto: Mercurio-S17S71- 7bats
Fotografie di MEDULLA Studio, per gentile concessione di LDA.iMDA Associati