“A ogni faggio corrisponde una stanza a cielo aperto” con questa idea Frassinago — Gardens and Landscapes disegna il verde nel progetto Itas Forum di Trento, opera di studio BBS architettura.
Il periodo vacanziero appena concluso evoca nell’immaginario comune un frame nitido: un’enorme finestra che incornicia le montagne – magari innevate – e un grande camino che riscalda e profuma l’ambiente circostante. Con questa splendida immagine vogliamo accompagnarvi alla scoperta di un progetto, che si inserisce nel dinamismo della città contemporanea di Trento, circondato dalle montagne che caratterizzano la Valle dell’Adige.
Il progetto è l’Itas Forum, l’idea progettuale di studio BBS architettura si è aggiudicata il primo posto nel concorso a due fasi riservato ad architetti e ingegneri under 50 indetto dal committente Itas Mutua. Questo edificio trova spazio nel nuovo quartiere Le Albere di Trento – disegnato da RPBW – e cerca una propria riconoscibilità stilistica pur nel dialogo con l’esistente.
Per non dimenticarci del nostro frame vacanziero vogliamo raccontarvi Itas Forum, non tanto da un punto di vista compositivo, ma quanto dal punto di vista della vegetazione che arricchisce questo manufatto e che ne permette il dialogo con il paesaggio circostante.
Nel programma funzionale, la committenza aveva espresso l’esigenza di inserire all’ultimo livello del fabbricato una sala destinata a eventi di rappresentanza, completata da una terrazza-rooftop di grandi dimensioni. Studio BBS architettura ha accolto questa richiesta decidendo di arricchire le terrazze esterne con la presenza del verde e ha suggerito, allo studio bolognese Frassinago — Gardens and Landscapes, come elemento di traino della progettazione di mantenere un forte dialogo tra interno ed esterno, così come di valorizzare la continuità tra elemento verde ed elemento architettonico.
Cesare Mazzocchi, fondatore di Frassinago — Gardens and Landscapes, racconta le scelte che hanno accompagnato la progettazione dell’Itas Forum:
“Il progetto del verde è stato realizzato grazie alla contaminazione del paesaggio circostante, portando sull'architettura l'ispirazione che questo ambiente genera. Il Fagus Sylvatica è l’elemento arboreo che è stato scelto per questa riconnessione essendo una pianta caratterizzante la fascia boschiva limitrofa, di particolare qualità e con una forma della foglia molto elegante.”
Per rispondere alle esigenze della committenza lo studio bolognese ha proposto di distribuire le essenze sul rooftop e sui vari livelli dell’edificio per creare delle stanze all’aperto, capaci di offrire diverse possibilità di utilizzo.
Prosegue poi Cesare Mazzocchi:
“La continuità tra elemento verde e elemento architettonico è il cardine dell’idea progettuale, quindi è stata svolta una ricerca molto accentuata per portare planarità tra il verde e la pavimentazione delle terrazze per integrare il più possibile il verde, sfuggendo dal concetto di terrazza per rimanere su una logica di giardino pensile.”
Il giardino pensile è stato realizzato utilizzando l’edera, la tipica pianta sottobosco, che ha permesso di collegare le vasche contenenti le piante arboree con la parte pavimentata. Inoltre, è stata introdotta un’unica altra essenza: l’osmarea – un piccolo arbusto – che ha permesso agli architetti di chiudere lo sguardo verso alcune parti meno interessanti del paesaggio circostante e aprirlo verso le Dolomiti.
Un importante lavoro agronomico, ingegneristico e strutturale è stato, infine, svolto sulle fioriere in acciaio per permettere la crescita e la stabilità delle piante in un substrato poco profondo ma permanente.
Presto potrete esplorare e scoprire tutti i progetti incastonati tra le montagne del trentino, realizzati da studio BBS architettura nel docufilm Rewind: il luogo come espressione.
Credits
- Redazione Isplora
- Fotografie: Giovanni De Sandre, courtesy of Frassinago — Gardens and Landscapes