Stesa sui campi della pianura coltivata che da Baganza porta a Parma sorge la nuova sede di A DUE progettata dallo studio Iotti+Pavarani Architetti.
L’edificio sorge all’interno del polo agroalimentare di Collecchio, immersa in un contesto segnato dalle distese del parcellare agrario e dalla strada che le attraversa. Un progetto “paesaggistico” che tiene insieme diversi tipi di paesaggio: quello dell’agricoltura e quello dell’industria, quello esterno e quello interno.
Come affermato dallo studio Iotti+Pavarani Architetti: “Il progetto paesaggistico e architettonico della nuova sede cerca di interpretare e interiorizzare tali obiettivi, in termini di scala, impianto, linguaggio, nonché di scelte tecniche, materiali, impiantistiche. Il progetto vuole infatti ridefinire prioritariamente un PAESAGGIO DEL LAVORO, che includa rapporti visivi significativi con il contesto della campagna circostante e rapporti spaziali interni vibranti seppur basati sulla massima chiarezza e fluidità dei percorsi fisici e percettivi.”
Un lavoro sul luogo, non una mimesi ma una proposta di un nuovo rapporto con il contesto circostante, con l’orizzontalità e con alcune figure del territorio. Un progetto sobrio, pulito, che va a caratterizzarsi per le viste sul paesaggio, l’articolazione degli spazi aperti e per il disegno dei percorsi.
Il rapporto verso l’esterno viene rafforzato dall’articolazione planivolumetrica, qui la scansione delle aperture, la realizzazione di corti e di un rilevato verde permettono di indirizzare lo sguardo, di far dialogare lo spazio del lavoro con quello naturale.
Dispositivi che hanno anche e soprattutto una funzione di benessere psicofisico per chi lo spazio lo vive e lo usa, portando la luce dentro, negli ambienti interni destinati ad ufficio.
Un progetto di relazioni, dunque, messe in luce dai percorsi interni del fabbricato, veri e propri attraversamenti visivi che hanno anche il compito di raccontare l’anima dell’azienda, favorendo il dialogo e la sinergia tra le persone che qui lavorano.
Un equilibrio nelle forme e nella composizione, che si rispecchiano nelle funzioni individuate per la nuova sede di A DUE. Il corpo degli uffici su due piani si controbilancia con l’attiguo spazio di produzione, anche il trattamento esterno concorre a questo gioco di leggeri bilanciamenti e scelte materiche.
Da un lato gli uffici si connotano come un volume bianco “sospeso” e aggettante su un basamento più scuro, dove il volume è segnato da un ordinato sistema di aperture che rincorrono la luce e il paesaggio, mentre il rivestimento in lamiera bianca presso-piegata su disegno genera un effetto a micro-pieghe che reagisce in modo sempre diverso alla luce e alle condizioni atmosferiche.
Dall’altro lato, il corpo “produttivo” è trattato con colori scuri per ridurne l’impatto visivo, mentre i pannelli prefabbricati in calcestruzzo sono stati trattati con incisioni verticali in assonanza con la texture in lamiera del corpo uffici.
Orizzonte e orizzontale, semplicità ed equilibrio, interno ed esterno, produzione e agricoltura, sembrano essere alcuni degli ingredienti che caratterizzano il progetto A DUE di Iotti+Pavarani. Un passo leggero dove tutti gli elementi paiono volti alla restituzione di un possibile dialogo dell’industria con il paesaggio, una ricerca di una sostenibilità non puramente tecnologica, ma economica e ambientale.
Crediti:
- Data di completamento: 2018
- Superficie edificio: 4.500 mq
- Superficie area: 15.000 mq
- Progetto e DL: Iotti + Pavarani Architetti (Paolo Iotti, Marco Pavarani)
- Impresa di costruzioni: Sani Rino
- Prefabbricato: AREA Prefabbricati spa
- Involucro architettonico e serramenti: Bi.Pi.Effe srl
- Impianti termomeccanici: Torreggiani & C. spa
- Impianto elettrico: Val.Fe.R srl
- Opere in cartongesso: M.G. Evolution srl
- Pareti attrezzate (interni): FGR Engineering srl
- Arredi: DM Officina design srl
- opere a verde: Coruzzi Massimo
- verde atrio: R nel Bosco
- Illuminazione: iGuzzini
- Pavimenti in ceramica: Monocibec
- Portoni industriali: Hormann
- Serramenti: Shuco
- Vetri: AGC
- Fotografie: Fernando Guerra | FG+SG fotografia de arquitectura