Il progetto Shelest firmato dallo Studio YODEZEEN unisce architettura e natura in un nuovo complesso ricreativo immerso nel verde.
Guardiamo oltre nuovi orizzonti, espandiamo i confini del possibile e lo facciamo ogni giorno, guardando avanti. Ma quando le nostre risorse si stanno esaurendo, tutti invariabilmente ci sforziamo di essere più vicini all'unica fonte e casa comune per tutti noi: la natura. Nel progetto del complesso ricreativo Shelest, lo Studio YODEZEEN ha fatto di tutto per aiutarla ad accettarci.
Il lavoro sull'architettura del progetto, che si trova in una fitta pineta sulle rive del mare di Kiev, contribuisce alla nascita di pensieri e idee freschi. Il primo compito del team era rallentare, passeggiare per il quartiere, prendere una boccata d'aria fresca e sentire l'atmosfera che il cliente, lo sviluppatore locale, stava cercando di creare. Ha parlato molto della compatibilità ambientale di tutto ciò che riguarda ed è associato a un complesso suburbano e ha cercato di integrare la purezza della natura con un'architettura che vi confluisse organicamente.
Il team al lavoro sul progetto Shelest ha condiviso con gli architetti il loro obiettivo principale: creare un'atmosfera che aiutasse i clienti a ricordare come rallentare. Ed è per questo che non sentirai musica ad alto volume in nessuna parte del territorio, o non noterai il trambusto, perché qui la priorità è ascoltare il fruscio degli alberi e il canto degli uccelli. Per questo la chiamano “zona di conservazione” dell'ambiente e dei suoi clienti: un luogo dove non saranno disturbati.
Il compito principale del team dello studio YODEZEEN è quello di trasmettere l'idea del complesso ricreativo stesso con l'aiuto di soluzioni architettoniche e avvicinare l'essere umano alla natura. Pertanto, il team ha sviluppato il design esterno di due edifici, un ristorante e una reception, su entrambi i lati della piscina, i principali luoghi di ritrovo per i vacanzieri, e li ha integrati nel paesaggio generale. Concettualmente, questa soluzione mirava all'autenticità e alla fusione con la natura, non solo per i materiali naturali ma anche per l'imponenza della costruzione. Pertanto, gli architetti hanno progettato una struttura leggera, quasi senza peso, che integrava lo Zen esistente, ma allo stesso tempo non creava un carico urbano inutile sullo spazio.
Entrambi gli edifici di 1.200 mq sono composti da travi di pino disposte a ritmo, un po' come casette per gli uccelli a cielo aperto. L'enfasi principale è sulla compatibilità ambientale dell'atmosfera e dei materiali utilizzati. Pertanto, il pino della stessa specie che cresce nella foresta del complesso ricreativo è stato scelto come materiale principale per la sua costruzione. Per il rivestimento esterno delle facciate sono stati scelti dagli architetti listelli di legno e gli spazi interni sono stati resi il più aperti possibile con capriate strutturali visibili.
Il ristorante e la reception si trovano nel punto di ritrovo degli ospiti per cenare a bordo piscina durante il giorno e la sera, seduti al proprio tavolo, guardare i fuochi fiammeggianti che rompono leggermente il silenzio sullo sfondo del bosco notturno.
Il lavoro su questo progetto è stato svolto con attenzione e senza fretta, come lo intendevano i creatori di questo complesso. Abbiamo cercato di inserirci in modo fluido e autentico nello spazio già esistente, non scuotendolo, ma unendolo.
- Artem Zverev, co-fondatore e architetto, Studio YODEZEEN.
Credits
- Press Kit: Studio YODEZEEN
- Fotografie: Andrii Shurpenkov
