In un’epoca in cui il concetto di dinamicità si insinua nell’orologio biologico della società, le forme dell’abitare iniziano a mutare e a richiedere, sempre più assiduamente, una maggiore flessibilità per stili di vita frenetici e movimentati. Tra le risposte a questa esigenza, ecco i nuovissimi appartamenti progettati da Foster + Partners.
La compressione spazio-temporale e la velocità delle comunicazioni e dei trasporti hanno portato l’individuo a condurre un modo di vivere la propria quotidianità dinamico e meno radicato allo spazio della casa. L’abitare contemporaneo – o globale? – definisce uno spazio delle relazioni che intercorrono tra l’individuo stesso e il mondo esterno, che trascende i limiti dell’abitare come categorizzato tradizionalmente.
Global housing?
Abitare, oggi, non definisce semanticamente la sola azione di “occupare un luogo stabilmente”, ma si allarga al concetto di dinamicità. Con una routine dinamica, infatti, l’individuo costruisce una fitta rete di spazi che va al di là dei confini domestici: l’uomo svolge, oggi, la maggior parte delle proprie pratiche quotidiane al di fuori della propria abitazione e, quando all’interno, rimane costantemente connesso al mondo esterno attraverso la navigazione in rete, la televisione, gli smartphone, etc. In questo flusso dinamico di connessioni tra la domesticità e la globalizzazione, la vita liquida di Bauman ridefinisce il senso di appartenenza ad un luogo e, più specificatamente, il significato di “abitare” in un’epoca in cui la temporaneità caratterizza fortemente le azioni umane. L’abitare temporaneo si fa, dunque, tema di dibattito interessante, affrontato da innumerevoli studi di architettura che tentano di rintracciarne il significato attraverso il progetto di abitazioni ad uso esclusivo di “affitto”, volte ad una generazione globalizzata che non vive una quotidianità fatta da un solo luogo, ma da tanti luoghi contemporaneamente.
Il progetto di Foster + Partners
In questo panorama si colloca il nuovissimo progetto di Foster + Partners per gli appartamenti di Qianhai Talents, un edificio residenziale a Shenzhen rivolto specificatamente al mercato degli affitti. Il progetto, concepito esclusivamente per professionisti il cui stile di vita è plasmato interamente sul lavoro, tenta di ricostruire lo spazio dell’abitare conformandolo su un nuovo senso di privacy. La zona pranzo, condivisa su tre livelli, si conforma come uno spazio collettivo e un’oasi urbana di calma e relax. Si affiancano, poi, altri servizi quali wellness e spa, skygarden comuni e spazi di co-working. La costruzione modulare consente la prefabbricazione, con due pareti di taglio che racchiudono le unità e consentono diverse combinazioni abitative, sebbene gli elementi all'interno di queste unità siano standardizzati in modo da garantire efficienze costruttive.
Al di là dal risultato formale, ciò che rende interessante ed attuale il progetto è proprio la ricerca sul tema: reinterpretare un modo di abitare capace di soddisfare le necessità legate alla temporaneità. Luke Fox, head dello studio Foster + Partners ha dichiarato:Man mano che le pratiche lavorative si evolvono rapidamente, accade lo stesso anche i modelli di vita. Il settore degli affitti residenziali in Cina è un terreno fertile per l'innovazione, mentre sempre più persone si spostano nelle città in cerca di opportunità. Situati nel cuore del distretto finanziario di Qianhai, i Talent’s Apartments ricreano l'intima sensazione di casa. Gli spazi condivisi all'interno del complesso facilitano connessioni reali e creano un impatto positivo sulla vita delle persone
Per approfondire:
- Z. Bauman, Modernità liquida, Polity Press, Cambridge, 2002
- D. Massey, P. Jess, A Place in the World? Places, Cultures and Globalization, The Open University, 1995
- J. Allen, D. Massey, M. Pryke, Unsettling Cities in Understanding Cities, The Open University, 2001
- Amin, N. Thrift, Cities: Reimagining the Urban, Polity Press, Cambridge, 2002