Il centro di aggregazione per giovani ed anziani, progettato dallo studio Burnazzi Feltrin di Poggio Picenze (AQ), sostituisce la vecchia struttura di ritrovo, originariamente localizzata nel centro storico del paese e resa inagibile dal Terremoto dell’Aquila dell’Aprile 2009
Abbiamo già avuto modo di parlare di interessanti interventi progettuali come il Centro Socio Sanitario residenziale “Nuovo Picchio”, ideato nel contesto del workshop Ricostruzione dell’architetto Mario Cucinella, realizzato a seguito del terremoto che colpì l’Emilia nel 2012. Torniamo a occuparci di interventi ricostruttivi in quello che è il decennale del terremoto dell’Aquila del 6 Aprile 2009, una tragedia che ha lasciato segni indelebili tanto nell’animo quanto sul patrimonio architettonico abruzzese.
Il sisma ha infatti devastato uno dei centri storici più vasti d’Italia, distruggendo edifici, chiese altre opere e monumenti di epoca Medievale. Le conseguenze del sisma hanno avuto gravi ripercussioni anche sui piccoli centri in provincia dell’Aquila: Poggio Picenze è, tristemente, tra i comuni maggiormente colpiti. Gran parte del paese, particolarmente le zone storiche del centro, sono state resi inagibili dal sisma: tra gli edifici crollati, ingenti danni sono stati riportati da abitazioni ed altri edifici quali la Chiesa di San Felice Martire, il Municipio, la scuola e il centro di aggregazione locale.
Un progetto solidale per un nuovo centro di aggregazione a Poggio Picenze: memoria, natura, futuro
Parallelamente al processo di ricostruzione, il progetto per il nuovo edificio polifunzionale realizzato per i cittadini di Poggio Picenze nasce dalla solidarietà post terremoto in risposta all’appello del Comune, e vede la luce grazie al patrocinio di un ente associativo eterogeneo, composto dal gruppo La Provincia Editoriale, Un Salvadanaio per l’Abruzzo, l’Associazione Nazionale Cantanti. Il carattere solidale dell’opera è sottolineato inoltre dalla scelta di partecipare con compensi ridotti da parte dell’impresa costruttrice, delle aziende fornitrici e dei progettisti dello studio Burnazzi Feltrin.
Come riportano gli architetti, una prima stesura del progetto prevedeva la realizzazione del centro di aggregazione in luogo del campetto di cemento del parco urbano comunale. Nel 2011 tuttavia l’amministrazione locale ha scelto di incorporare il progetto nell’area sportiva del Comune, sul lotto occupato durante l’emergenza dall’area logistica del campo terremotati.
Gli architetti si ispirano al Grande Cretto, maestosa opera di land-art realizzata dall’artista Alberto Burri a Gibellina in seguito al terremoto del Belice del 1968, tragedia in cui la città Siciliana venne completamente distrutta. Burri cementa le tracce della vecchia città, progettando un monumento su larga scala che ripropone il tessuto urbano, con i suoi vicoli, i suoi isolati e le vie. Allo stesso modo, il progetto per il Centro recupera i valori sociali e aggregativi del precedente, arricchendosi di nuovi messaggi che rielaborano i tragici avvenimenti, legandosi indissolubilmente al territorio e sottolineando l’importanza e il valore della memoria per mezzo di alcune chiare scelte progettuali.
In primis, lo sviluppo planimetrico dell’edificio non è lineare: l’andamento spezzato ed irregolare dell’edificio vuole farsi portatore della memoria dell’evento, richiamando idealmente le crepe che hanno segnato irreversibilmente il Territorio. La scelta, inoltre, di utilizzare rivestimenti lignei e inverdire le superfici di copertura, vuole rappresentare un nuovo atteggiamento nei confronti della natura: un rapporto positivo, per iniziare a tracciare un nuovo corso verso un futuro che vuole lasciarsi alle spalle paure e sfiducia.
Il cantiere apre nel 2014 e i lavori si concludono nel 2015, restituendo un edificio di quasi 250 mq che si sviluppano su un unico livello. La struttura è dotata di una ampia hall di ingresso, vetrata, ai lati della quale si aprono due sale polivalenti attrezzate e che offre ampie viste verso l’esterno; all’interno poi vi si trova una piccola biblioteca, postazioni internet, una sala musica, servizi e magazzino.
Il volume principale è quindi chiuso e alterna i pieni delle pareti rivestite in legno di larice naturale ad ampie vetrate, gli vengono affiancati due volumi aperti. Verso nord-ovest, uno spazio esterno coperto di 70 mq completa infatti gli spazi che compongono il centro; a nord-est un volume completamente aperto realizzato con strutture in acciaio rivestite in legno di larice e ricoperte da cavi colorati a sostegno delle piante rampicanti è destinato a parcheggio per auto e mezzi a due ruote.
Una sostenibilità che premia
Un rivestimento in legno, elementi di verde incorporati nelle chiusure verticali e orizzontali: l’intenzione dei progettisti Burnazzi-Feltrin è di attribuire alla natura una valenza positiva dopo la durezza del terremoto. Allo stesso tempo però, questi elementi naturali che ora proteggono e custodiscono la struttura contribuiscono anche alla sua alta prestazione energetica.
L’involucro edilizio presenta, al netto di una struttura in calcestruzzo armato e solai di tipo predalles, un isolamento in pannelli di polistirene espanso estruso (XPS), alternato ad infissi in legno con triplo vetro basso emissivo. Il rivestimento esterno in doghe di larice naturale, essenza utilizzata anche per i serramenti, è arricchito da un prato rustico in copertura e dal tentativo di inverdire le facciate: una serie di cavi colorati costituiscono una griglia verticale sulla quale salgono i rampicanti. La struttura è infatti realizzata ai fini del comfort ambientale interno, che in inverno è garantito da un sistema di riscaldamento a pompa di calore.
Anche il pergolato esterno presenta un rivestimento ligneo in larice in continuità con il volume principale a protezione della struttura portante in acciaio. La pergola più grande è costituita da 13 colonne IPE 360 alte tra i 4,5 e i 5,3 metri. La seconda pergola, di dimensioni ridotte, è invece formata da otto colonne in profili IPE 240 e raggiunge un’altezza massima di 4,8 metri. Da ciascuna colonna dipanano travi a sbalzo IPE 270 e IPE 200, lunghe rispettivamente 5 e 3 metri. I nodi trave-colonna, bullonati, sono in acciaio come le controventature di parete e di piano.
Un’attenzione alla sostenibilità ambientale e all’efficienza energetica non nuova per l’architetto Elisa Burnazzi che, dopo aver fondato lo studio associato con Davide Feltrin, ottiene grazie al progetto per Poggio Picenze numerosi riconoscimenti internazionali: il centro è stato selezionato all’esposizione internazionale di architettura sostenibile Wood-Architecture of Necessity in Svezia ed è stato premiato agli Iconic Awards e ai German Design Awards, dopo esser anche arrivato tra i finalisti al World Architecture Festival. Lo stesso padiglione è stato esposto durante la 16esima Mostra Internazionale della Biennale di Venezia, tra i progetti selezionati per la mostra Arcipelago Italia, curata da Mario Cucinella.
Il progetto, inaugurato il 29 settembre 2015, è stato intitolato a tre giovani Poggiani rimasti vittime nel sisma: Alena Ajrulai, Loris Cialfi e Valbona Osmani. Il centro di aggregazione, così integrato nel verde, è affidato alla gestione del Centro Sportivo Italiano (CSI) dell’Aquila e a disposizione delle associazioni locali, organizza attività ludico-ricreative, eventi sportivi, sportelli d’ascolto, manifestazioni, feste e laboratori didattico-formativi per giovani e anziani.
Dati di Progetto
- Progetto strutturale, opere meccaniche, ricircolo aria: Svaldi Ingegneria
- Progetto opere elettriche: TESI Engineering
- Progetto per la sicurezza: Francesco geom. Ludrini
- Impresa edile: Prefgab
- Tetto verde e lattonerie: Miani Gardens Giardini
- Cartongessi, rivestimenti facciate e pitture; rivestimenti pavimentazioni interne: Nozza Edilizia
- Termoidraulica e ventilazione, elettricista: Idroterm Romele
- Serramenti esterni: BG Legno
- Serramenti interni: Ninz Firedoors
- Rivestimenti pavimentazioni esterne: Italcementi Group
- Spazi verdi: Miani Gardens Giardini
- Arredi: Grisoni Sistemi Didattici
- Prodotti: Drop by Infiniti (sedie), Rossini Illuminazione (luci), Ceramica Campani (pavimento), Idrodrain by Italcementi (pavimento esterno), Millet (corde)
Foto di Carlo Baroni e Roberta Pizzi, su gentile concessione di Burnazzi-Feltrin Architetti