Un edificio residenziale, un progetto identitario, un simbolo nel paesaggio brasiliano
L'edificio residenziale CASAMIRADOR Savassi, completato nel 2021, si trova a Belo Horizonte, Minas Gerais, in Brasile, e si presenta come un'architettura identitaria che si distingue nel paesaggio locale. L'edificio ha 14 loft e 24 monolocali, e si sviluppa su nove piani in una costruzione situata su uno stretto lotto, con una larghezza di 12,7 metri. Il disegno della volumetria ne ha rappresentato una sfida. Il rispetto delle distanze, è stato uno dei fattori che hanno influenzato le decisioni progettuali creando un edificio con una propria identità.
L’indipendenza tra la struttura dell'edificio e il progetto architettonico ha permesso una grande libertà creativa, culminata nell'elemento più importante: una seconda pelle che "indossa" l'edificio come un indumento, conferendogli caratteristiche uniche. Il materiale utilizzato è l'alluminio, dipinto con una tonalità di seppia rossastra che allude all'abbondanza di minerale grezzo nel Minas Gerais.
Al fine di ottenere leggerezza e trasparenza, le lamiere di alluminio sono state perforate in diverse dimensioni e sono state realizzate in modo asimmetrico, ma armonico. Questo elemento permette di vedere attraverso, dall'interno verso l'esterno, dove le viste della città sono visibili attraverso la pelle. Allo stesso modo, però ai residenti è garantita la loro privacy, infatti dall'esterno non è possibile guardare dentro. Questo escamotage ha anche permesso di nascondere le aperture più piccole e funzionali, così come “strappare” la pelle per mostrare le ampie campate.
Le campate sono state concepite come aperture generose, che permettono alla città di entrare all’interno dell’edificio diventandone un'estensione. I telai in cemento delle aperture contrastano il colore ossidato predominante.
La pelle fornisce anche il comfort termico alle unità, offrendo l’ombreggiatura e una buona ventilazione attraverso un cuscinetto di aria rinnovabile. Da questo punto di vista, la sostenibilità ha guidato gran parte delle scelte del progetto. A causa delle ridotte dimensioni del terreno, e dello spazio minimo sul tetto per installare apparecchiature o pannelli fotovoltaici, è stato necessario trovare una soluzione che evitasse l'ingresso di calore, a scapito di un progetto di climatizzazione.
Un’altra sfida dal punto di vista progettuale è stata quella di prevedere lo scarico a terra dell’edificio in un unico punto. Sotto l'influenza dell'architetto brasiliano, Oscar Niemeyer, è stato creato un pilastro a forma di "V", ampiamente utilizzato nelle sue opere.
Infine, per garantire la planarità sulle facciate, i fogli sono stati piegati su tutti e quattro i lati, aumentando così la loro rigidità. Anche se le lamiere erano perforate in modo casuale, i giunti erano allineati e il volume era armonioso, diversi studi sono stati effettuati fino a quando il modello di fissaggio finale ha prodotto un allineamento delle lastre. Lo studio ha garantito l'ottimizzazione della struttura secondaria per il fissaggio delle piastre: ci sono solo tre profili orizzontali per piano, e i profili superiore e inferiore sono stati anche combinati per fissare le piastre dei piani adiacenti.
La struttura finale è il risultato di una congiunzione tra fogli di copertura, cornici e struttura. Ci sono tre elementi che si alternano sulle facciate con maggiore o minore rilevanza della pelle, garantendo una plastica pulita.
Credits
- Press Kit: Gisele Borges Arquitetura
- Fotografie: Pablo Gomide, Leon Myssior e Juliana Berzoini