Una condizione privata e intima che si raggiunge gradualmente, mediante l’attraversamento di una precisa sequenza spaziale regolata da soglie osmotiche che preludono alla continuità tra spazio interno ed esterno.
La casa è situata nelle immediate vicinanze del centro storico di una cittadina in provincia di Bergamo all’interno di una zona residenziale caratterizzata da edifici sparsi.
Il lotto di progetto, pur essendo incluso all’interno del tessuto edilizio consolidato, gode dell’affaccio verso un ampio terreno inedificabile che degrada verso il letto di un torrente, di cui costituisce area golenale. Il riconoscimento di questa speciale condizione intermedia, compresa tra tessuto residenziale “assediante” e area fluviale libera, ha offerto il naturale spunto al progetto.
Il volume dell’abitazione si sviluppa infatti per “concrezione” a partire dal vertice rivolto a est, da cui si diparte una crescita caratterizzata da tensioni progressive, orientate verso la liberazione della forma dai condizionamenti edilizi circostanti. L’edificio stabilisce pertanto un rapporto ermetico con il costruito offrendo una “schiena” formata esclusivamente da superfici sfaccettate e sfuggenti, prive di aperture, al fine di costruire il necessario vuoto di mediazione tra le parti.
Le tensioni accumulate nel progressivo processo di emancipazione dall’edificio trovano conclusione nel grande fronte vetrato rivolto a nord/ovest dove, uno spazio porticato a profondità variabile, media il rapporto dei principali spazi d’abitazione con lo spazio aperto antistante.
Le cospicue dimensioni del lotto hanno permesso di sviluppare i principali spazi su un unico piano; a est il prisma con gli spazi tecnici e di rimessaggio introduce al volume principale al quale è legato mediante un piccolo passaggio coperto.
All’interno del volume principale gli spazi si “stratificano” in senso longitudinale: una prima “membrana muraria” ad andamento curvilineo si dilata ove necessario per contenere gli spazi di servizio; in posizione intermedia lo spazio distributivo illuminato da lucernari e infine gli spazi principali dell’abitazione rivolti direttamente verso lo spazio esterno e delimitati dalla “membrana vetrata” che si conforma secondo logiche distributive derivanti dal rapporto tra gli spazi interni e il porticato.
Il volume asseconda l’orografia del lotto assorbendo le differenze di quota attraverso l’attribuzione di una maggiore altezza alla zona giorno per poi recuperare un’unica quota di coronamento a chiusura del volume murario interamente realizzato in calcestruzzo a vista. Il risultato è una condizione privata e intima che si raggiunge gradualmente, mediante l’attraversamento di una precisa sequenza spaziale regolata da soglie osmotiche che preludono al raggiungimento della assoluta continuità tra spazio interno ed esterno.
Credits
- Fonte: Media kit Studio Colleoni & Previtali Architetti
- Immagini: Simone Bossi
