Due progetti che richiamano la memoria industriale del luogo, in relazione materica e compositiva con il contesto. Due architetture firmate dallo studio Barozzi Veiga, un tratto progettuale inconfondibile nella ricerca del rigore delle geometrie e dei volumi, come nella scelta accurata dei materiali. La Tanzhaus di Zurigo e il Musée cantonal des Beaux-Arts di Losanna.
Due architetture nate nella città e per la città, due nuovi paragrafi nel testo dell’urbano di Losanna e Zurigo, in Svizzera. Due progetti differenti, capaci tuttavia di una rilettura consapevole del paesaggio urbano e delle sue tracce e memorie. Una chiave di interpretazione del contemporaneo in continuum con la pratica di Barozzi Veiga, lo studio di Fabrizio Barozzi e Alberto Veiga fondato a Barcellona nel 2004.
Sensibilità e dialogo
Successivamente all’incendio del 2012, la Tanzhaus di Zurigo ha visto, nel 2014, lo studio Barozzi Veiga vincitore del concorso internazionale per la sua ricostruzione. Il progetto proposto ripensa l’edificio culturale simbolo della danza contemporanea in Svizzera, esaltando la relazione con fiume Limmat.
Integrando l’esistente all’interno del progetto, la trasformazione lega il nuovo e la preesistenza con sensibilità. La composizione della facciata rilegge il contesto circostante, nel tentativo di riproporre una memoria storica del passato industriale dell’area.
Un dialogo, quello con il fiume, che si instaura lungo la promenade che fa da nastro tra l’architettura ed il flusso d’acqua. Il volume, dalla geometria apparentemente semplice, entra in totale connessione con il paesaggio urbano circostante: la copertura è resa praticabile, in continuità con lo spazio pubblico. Visivamente, l’uniformità della façade caratterizza l’immagine del lungo fiume, regolando il rapporto tra l’esterno e l’interno. In particolare, la scelta della geometria trapezoidale è il risultato di un profondo ragionamento sul sistema ortogonale di pilastri ed aperture, definendo una facciata continua e strutturale. La scansione materica, che alterna pieni a vuoti in un gioco regolare di opacità e trasparenze, permette non solo l’ingresso della luce naturale all’interno dell’edificio, ma anche la creazione di un reticolo di ombre e luci.
Il programma funzionale si distribuisce su due livelli, separando gli spazi privati (al livello superiore) da quelli pubblici (a livello del fiume), mentre il foyer principale, che si affaccia direttamente sulle acque del Limmat, dà accesso alle stanze e alla sala multifunzionale principale.
Monoliticità e pragmatismo
Parallelamente, un altro concorso, quello del 2011 per il Musée cantonal des Beaux-Arts de Lausanne vinto da Barozzi Veiga, dà vita ad un’opera architettonica che ha recentemente visto il suo completamento.
Un volume monolitico, parallelo alla ferrovia, fa da linea di confine tra la città e i binari, esprimendo la memoria del sito e facendo eco alla natura pragmatica del luogo: rigore, geometrie e linee dure.
L’uso del mattone evoca l’identità industriale attraverso la sua texture, conferendo un ritmo materico che spezza la massa unica dell’edificio. Un restauro, a tratti, che preserva la presenza di alcune tracce del passato, di alcuni frammenti, come l’apertura arcata che osserva lo scorrere dei treni alle diverse velocità.
Come strategia urbana, il masterplan lavora sulla ridefinizione di uno spazio pubblico che graviti intorno al museo, portando l’opera d’architettura ad essere la quinta scenica della vibrante vita urbana: un nuovo luogo d’aggregazione.
Attorno al foyer si sviluppa la distribuzione su tre livelli. Il piano terra è l’estensione dello spazio pubblico, con una facciata porosa, mentre i piani superiori sono scanditi da un sistema verticale di alternanze tra pieni e vuoti che garantiscono l’illuminazione naturale, conferendo un’atmosfera coinvolgente per le opere d’arte esposte.
Due progetti, due nuovi segni nella città. Due oggetti capaci di richiamare il passato, costruendo un solido presente. Due azioni critiche, due prospettive verso un futuro profondamente integrato nella traccia dell’urbano. Due nuove storie, tra materia e memoria.
DATI PROGETTO TANZHAUS ZURICH:
- Client: Eigentumerin Immobilien Stadt Zurich
- Architects: Barozzi Veiga
- Competition: 2014
- Construction: 2016-2019
- Budget: 14.398.ooo chf
- Fotografie: Simon Menges
DATI PROGETTO MUSEE CANTONAL DES BEAUX-ARTS LAUSANNE:
- Client: Canton de Vaud, Direction générale des immeubles et du patrimoine, DGIP
- Architects: Barozzi Veiga
- Planning: 2011
- Construction: 2016-2019
- Budget: 84.398.ooo chf
- Fotografie: Simon Menges