In che modo il Covid sta influenzando il progetto? Alcuni progettisti ed aziende stanno ripensando alla quotidianità proponendo soluzioni innovative ed essenziali.
Il Covid 19 ha portato grandi cambiamenti alla vita di tutti i giorni, non è una novità. A partire dalle mascherine, abbiamo dovuto adattarci a nuove abitudini ed a condizioni di vita mai sperimentate precedentemente. La differenza di movimento che quotidianamente sperimentiamo risiede sia dentro le questioni di ampio respiro, che dentro le piccole azioni quotidiane.
Come facciamo a frequentare un luogo se siamo costantemente esposti al rischio di contagio? Come si può minimizzare il rischio?
Le risposte che sono state date, sono molte e variegate. Mai come ora i progettisti e le aziende stanno sfidando il tempo e stanno immaginando risposte più o meno visionarie, per affrontare i nuovi problemi a cui dobbiamo far fronte.
Alcuni progetti hanno cercato di minimizzare il rischio di contagio tramite l’eliminazione del contatto di più persone con le stesse superfici.
Un esempio è il progetto di Foreward, Dropkick. Si tratta di un bottone per attraversamenti pedonali, che può essere azionato con il piede in sostituzione del meccanismo manuale. Il tasto originale si è trasformato in un mezzo di trasmissione di germi e batteri. Quest’idea aiuta a minimizzare il rischio di entrare a contatto con germi e batteri, e risulta così essere funzionale ed al passo con i tempi.
Un altro sistema che sostituisce il tocco della mano è il sistema Shoe Pull Hands-free door opener progettato da Philip Watts Design. In breve, è un oggetto di metallo che si può applicare a qualsiasi tipologia di porta e che permette di aprirla agganciandola con il piede e facendo forza con la gamba. In questa maniera le mani sono libere e non toccano superfici che potrebbero essere compromesse dai germi, batteri e virus.
Diversi sono i progetti che ragionano sull’utilizzo dello spazio pubblico
Un esempio è quello di Antonio Lanzillo & Partners che ripensa alle panchine e al loro utilizzo. Prevede di installare dei divisori trasparenti che lasciano godere della seduta in compagnia ed in sicurezza.
Un altro progetto, che invece ragiona sulla distanza di sicurezza, è quello di Studio 212 Fahrenheit in collaborazione con Buro Bordo, che propone in modo poetico di mantenere la distanza facendo “sparire” una parte di panchina attraverso il rivestimento in specchi. La superficie riflettente inserisce l’arredo urbano nel suo contesto ed elimina visivamente la distanza da rispettare. Un mezzo per rispettare i parametri anti-contagio, ma cercando di dissimulare le regole inserendo il progetto nel suo contesto.
Spostandosi verso lo spazio interno, molti progettisti stanno pensando a diverse soluzioni per uffici e per spazi condivisi in generale. Il progetto di DeVorm è un divisorio orizzontale per scrivanie con proprietà acustiche ed illuminotecniche. Può essere fissato o sospeso, ed è pensato soprattutto per uffici a pianta libera.
Un progetto che guadagna importanza in questo momento è quella di poltrone capsule progettate da Kateryna Sokolova prima della pandemia, che, grazie alla forma garantiscono comodità, sicurezza e innovazione. Sono pensate sempre per uffici, co-working ed open space, dove in alcuni momenti ci sia necessità di un maggiore grado di intimità. Allo stesso modo smorzano il rumore esterno garantendo un ambiente più tranquillo. In questo caso un progetto anteriore risulta adatto alle necessità di isolamento che sono emerse.
Altri progetti invece affrontano con ironia e sensibilità ambientale il progetto di interni. Il Couch-19 progettato da Atelier Tobia Zambotti ragiona sulla seconda vita delle mascherine monouso, usandole come imbottitura per un sofà dalla forma di un iceberg. Un prodotto d’avanguardia che sensibilizza sulle diverse forme di inquinamento che stiamo continuando a produrre in questo momento.
Il progetto urbano così come quello dell’abitare sta subendo diverse modificazioni. Oltre alle soluzioni puntuali e specifiche, l’utilizzo sempre maggiore della tecnologia sta influenzando questo processo, portando a ripensare il sistema di relazioni tra uomini. La domotica già unisce tecnologia e casa, ma la prima diventerà un mezzo sempre più potente che entrerà a far parte in modo più diffuso della nostra quotidianità futura.
Conoscete altri progetti che propongono nuove idee per far fronte alle diverse abitudini che ci troviamo ad affrontare?