AMAA: il progetto del “non-finito” - ISPLORA
Isplora_AMAA_cover-2

AMAA: il progetto del “non-finito”

Progetti

Un progetto a zero cubatura in aggiunta all’esistente, in cui studio AMAA tocca il tema del riuso di un ex edificio industriale attraverso un design “non-finito”, materico e dalle finiture grezze, seppur raffinate.

Riuso

Una fitta costellazione di spazi della produzione industriale solca il territorio padano, molti dei quali, a causa della progressiva decrescita economica, hanno visto il tramonto delle attività al loro interno e sono stati portati alla chiusura o all’abbandono. Il progetto per il ri-uso del quartiere “zona B”, fulcro dell’azienda di Pompe Pellizzari, si pone come monito. Monito per l’attivazione di un processo di rimessa a sistema di un bene industriale esistente ed in stato di abbandono; monito per uno stimolo verso il coinvolgimento del ruolo sociale dell’architettura.



In questo contesto, il complesso multifunzionale pensato da studio AMAA diviene occasione per il progetto di un nuovo sistema di flussi. Flussi che possano integrarsi, modificare ed alterare i percorsi consolidati della città e creare nuove dimensioni urbane, in cui la chiave di lettura è la reinterpretazione dei fabbricati ex-industriali esistenti per contribuire, al contempo, alla rigenerazione di un segmento di città.



Progettare il “non-finito”

Dentro, un connubio di riferimenti materici e compositivi che ricalcano l’animo del passato industriale del complesso. Materiali trattati artigianalmente, partizioni lasciate in un’incompletezza audace, finiture grezze: un’architettura nuda e spontanea capace di richiamare l’integrità della materia attraverso il suo “non finito”. Acciaio che ossida naturalmente senza verniciature, cemento non rifinito, lamiere grecate, vetro, marmo e legno si intrecciano nello spazio, echi della tradizione industriale del luogo. 



Un progetto a zero cubatura in aggiunta all’esistente, un lavoro materico nel costruito, a partire da differenti layer distributivi che permettano di connettere l’edificio al suo contesto, eliminando i dislivelli presenti tra gli interni e l’esterni. Una connessione che avviene attraverso un nuovo basamento, capace di filtrare e regolare le interazioni tra lo spazio dell’ex-edificio industriale ed il suo immediato intorno, riabilitandone la componente pubblica.



Allo stesso modo, le demolizioni sull’esistente non sono nascoste, ma anzi esposte, quasi esibite: impianti, tubature, cavi e strutture imprimono l’immagine del complesso, lasciati a vista, in un intrigante rapporto tra presente e passato, tra esistente e nuovo.



I grandi infissi in ferro artigianali (su disegno) regolano il rapporto tra il nuovo intervento e l’involucro. La scala, un monumento monolitico, completa il progetto di un volume per uffici che ospita la sede di AMAA. Una scatola, quasi un gioiello sospeso che si eleva su due livelli, che esprime relazioni vibranti con l’involucro che l’accoglie proprio attraverso l’uso degli stessi materiali. Un volume vetrato, trasparente, che traccia un rapporto di vis-à-vis dall’interno all’esterno. 



Gli esili elementi in acciaio, scheletro strutturale ma anche partitura degli infissi perimetrali, si allineano nel dialogo tra antico e nuovo, senza alterare la percezione industriale dell’involucro ospitante. Lo scavo, un tempo pensato per la prova delle pompe, ospita oggi spazi serventi (servizi igienici, deposito, impianti e cucina), interpretato come parte di un basamento solido da cui far emergere il volume della nuova scala in cemento. 



Un complesso gioco di elementi, in cui il passato industriale è continuamente riportato alla memoria attraverso il nuovo intervento. Uno spazio nello spazio, una scatola nella scatola. Un’occasione di ri-abilitazione e riconversione di un oggetto esistente, un frammento raffinato nel paesaggio post-industriale padano. Un’architettura capace di tener conto delle condizioni al contorno, oltre che delle qualità estetiche e formali dello spazio, andando al di là della semplice e mera riflessione materica ed esplorandone una a scala maggiore, a favore di una ri-attivazione sociale di alcune aree urbane in condizioni di degrado.




CREDITS


  • Progettista: AMAA collaborative architecture office for research and development
  • Team: Arch. Francesca Fasiol
  • Località: via L.B. Alberti 11, Arzignano (VI)
  • Anno: 2018-2019
  • Immagini (modello): Francesca Vinci
  • Immagini: Simone Bossi
  • Committente : ALIAS SRL - MARCO METTIFOGO

Impresa

  • Impresa edile: IL GRIFO SRL - Via P. Matteucci, 6 - 36071 Arzignano (VI)
  • Infissi: SANTULIANA DESIGN- Via Dell’industria 17/c - 36071 Arzignano (VI)
  • Carpenteria - Struttura: PETTENUZZO REMO S.A.S. DI PETTENUZZO ENRICO & C.
  • Via Sega 3455 - 35010 San Giorgio in Bosco (PD)


Impianti

  • Progetto impianti: Perito PAOLO LUCATELLO
  • Imp. Idraulico: LO.GI.T. Termoidraulica s.n.c. di Antoniazzi Lorenzo e Giovanni
  • Via Restena, 85/A - 36070 Nogarole Vicentino (VI)
  • Imp. Elettrico: ELETTROIMPIANTI di Nogarole Ruggero & C. S.n.c.
  • Via Olimpica 28/30 - 36071 Arzignano (VI)


Aziende produttrici materiali

  • JUNG - componenti elettrici/frutti
  • O/M Light (Portugal) - corpi illuminanti
  • PIBAMARMI - travertino
  • FLOS - corpi illuminanti
  • TOTO - sanitari 
  • OFFICINE BERNARDINI SRL (Arzignano) - elementi in ferro e inox 
  • ZUFFELLATO ARREDAMENTI - arredo interno
  • AUTOTECNICA DI PERETTO GIUSEPPE - casse audio
  • VITRA - complementi di arredo

building

La community ISPLORA.com

Per rimanere in contatto con noi ed essere sempre aggiornati su progetti, materiali e design anche sui nostri canali social.

Entra nel mondo ISPLORA

indietro

Crea un account

('Are you an Italian architect? Switch to this site (')

Crea account

Per ricevere crediti formativi riconosciuti dall'AIA (American Institute of Architects) clicca qui.

Crea un account

indietro