Un tentativo di rispondere prontamente alla sfida data dall’emergenza sanitaria. Lo studio Carlo Ratti Associati, in collaborazione con Italo Rota e numerosi altri partner, progetta CURA, la capsula prototipo per pazienti con infezioni respiratorie. Un progetto volto all’efficienza e alla risoluzione istantanea di un problema d’impatto globale. Ne parliamo con l’architetto Italo Rota.
Nel dilagare della pandemia di COVID-19, un gruppo internazionale di progettisti, architetti, ingegneri, medici ed esperti militari hanno sviluppato un prototipo frutto dell’attività multidisciplinare: CURA (acronimo di “Connected Units fo Respiratory Ailments”, ovvero “Unità connesse per le malattie respiratorie”), un progetto di natura open-source che ha come obiettivo quello di rendere efficiente e veloce la costruzione di nuove unità di terapia intensiva. Il primo prototipo è in corso di sviluppo a Milano: capsule di biocontenimento facilmente trasportabili in qualsiasi città del mondo, per rispondere prontamente alla propagazione della malattia e alle carenze sanitarie.
La redazione di Isplora ha immediatamente raggiunto l’architetto Italo Rota, con il quale ha approfondito la natura del progetto:Il primo esemplare sarà pronto in 10 giorni, supportato da UniCredit. Si tratta di un’unità prototipo che stiamo collaudando già da una settimana. E’ un lavoro corale, lavoriamo fianco a fianco di esperti di molte discipline. Abbiamo lanciato una call ai medici, per capire in maniera specifica quali oggetti sono necessari, quali funzionano e quali no, come implementarli, migliorarli o ripensarli. Partendo dai casi specifici, lavorando fianco a fianco, anche con medici ed esperti cinesi, che hanno potuto fare esperienza nel campo
Quindi si tratta di un’unità, una macchina pensata per una diffusione a scala globale, costruita sulle necessità disparate dell’emergenza sanitaria?
Esatto, è costruita come un modello aperto, in modo tale che anche i Paesi meno abbienti possano trovare i pezzi e i mezzi per l’assemblaggio con facilità. E’ un processo open-source. Questo tipo di progetti deve essere lavorato come prototipo e quindi testato, non è una semplice idea, ma un oggetto che necessita l’applicazione immediata di conoscenze diverse, con l’aiuto e il supporto di compagnie e aziende
L’architettura come risposta ad un problema pragmatico, concreto
Come risposta ad un bisogno emergente, contando sulla capacità di rendere un’idea prototipo, mettendo a disposizione dell’uomo non solo messaggi o riflessioni sulla disciplina, ma soprattutto soluzioni tangibili ed efficienti, sull’onda di una collaborazione tra diversi saperi, ciascuno nella propria specificità.
In questo senso, il sistema CURA utilizza container riconvertiti, rapidi da installare quanto una tenda ospedaliera, ma sicuri in termini di isolamento al contagio, grazie a dispositivi di biocontenimento con pressione negativa. La task force internazionale coinvolta ha sviluppato, secondo le diverse competenze, un’unità capace di funzionare in autonomia, con il potenziale di poter essere trasportata ovunque – su nave, gomma e ferrovia. I container sono connessi tra loro grazie ad una struttura gonfiabile, raggiungendo una serie di configurazioni modulari multiple (da 4 a 40 posti letto), da poter utilizzare per implementare il servizio ospedaliero o per la creazione di infrastrutture nuove e autonome.
Fino ad oggi, la risposta in emergenza sia in Cina che in Italia ha ragionato sulla costruzione di strutture temporanee come tende ospedaliere, con il rischio di esporre il personale sanitario a contagio e di mettere a dura prova le operazioni sanitarie, o unità prefabbricate, con un notevole dispiego di tempo e risorse. Proprio per questo, CURA trae il meglio dalle due alternative, seguendo le linee guida rilasciate dalle autorità cinesi per la lotta al COVID-19, ma rendendone più veloce l’esecuzione e dotando di tutte le strumentazioni mediche necessarie per accogliere due pazienti in terapia intensiva, inclusi ventilatori polmonari e supporti per fluidi endovenosi.
CREDITS:
Il progetto CURA è sviluppato senza scopo di lucro e secondo una modalità open-source, e invita ad ulteriori contributi e suggerimenti. Il primo prototipo, in via di sviluppo a Milano, è realizzato con il sostegno di UniCredit. Coloro che hanno contribuito fino ad oggi, in ordine cronologico:
- CRA-Carlo Ratti Associati con Italo Rota (Design e innovazione)
- Istituto Clinico Humanitas (Ingegneria medica)
- Policlinico di Milano (Consulenza medica)
- Jacobs (Alberto Riva - Master Planning, design, costruzione e servizi di supporto logistico)
- studio FM milano (Identità visiva & graphic design)
- Squint/opera (Digital media)
- Alex Neame - Team Rubicon UK (Logistica)
- Ivan Pavanello per Projema (Ingegneria MEP)
- Dr. Maurizio Lanfranco – Ospedale Cottolengo (Consulenza medica)
CURA è supportato dal World Economic Forum, attraverso le piattaforme COVID-19 e Cities, Infrastructure and Urban Services
CURA è un progetto realizzato in modalità open source. Per più informazioni, o per condividere idee o suggerimenti: www.CURApods.org