Francesco Venezia assegnato del Piranesi Prix de Rome 2019 - ISPLORA
Laboratorio prove materiali dello IUAV di Mestre 1995-2002 francesco venezia

A Francesco Venezia il Piranesi Prix de Rome

Eventi

Assegnato alla Casa dell’Architettura di Roma il prestigioso riconoscimento alla carriera e all’alta formazione classica in architettura

L’architetto Francesco Venezia è stato selezionato come il vincitore del premio Piranesi Prix de Rome alla carriera 2019. Il prestigioso riconoscimento all’alta formazione classica in architettura è stato conferito dal ∫, in collaborazione con l’Ordine degli Architetti Paesaggisti, Pianificatori e Conservatori di Roma e provincia/Casa dell'Architettura e con il Polo Territoriale di Mantova del Politecnico di Milano.

Il Piranesi Prix de Rome, organizzato dall’Accademia Adrianea di Architettura, è un concorso annuale di architettura aperto sia alle Università che al “professionismo illuminato”, impegnato nel progetto architettonico per la valorizzazione e la riqualificazione del patrimonio. A questi due concorsi è affiancato il Piranesi Prix de Rome alla Carriera che ha visto selezionati, negli ultimi anni, importanti architetti del panorama internazionale: Alberto Campo Baeza, Rafael Moneo, David Chipperfield, Peter Eisenman, Bernard Tschumi e Eduardo Souto de Moura, solo per citarne alcuni.

L’architetto napoletano Francesco Venezia in occasione della premiazione, avvenuta alla Casa dell’Architettura – Acquario Romano di Roma, ha ripercorso i momenti salienti della sua carriera professionale. Dopo la laurea in Architettura conseguita nel 1970 presso l'Università di Napoli, Francesco Venezia ha aperto il suo studio professionale nel 1971, svolgendo contemporaneamente attività di ricerca presso l'Istituto di Progettazione Architettonica della Facoltà di Architettura Federico II di Napoli, nella quale la avuto importanti incarichi di docenza: Professore ordinario di composizione architettonica dal 1986 e Accademico di San Luca dal 1998. Inoltre Francesco Venezia ha svolto la sua attività di docenza presso altre importanti università: dalla Facoltà di Architettura di Genova all'Istituto Universitario di Architettura di Venezia, fino ai prestigiosi Politecnico Federale di Losanna (EPFL), Università Harvard di Cambridge e Accademia di Architettura di Mendrisio.

Le opere di Francesco Venezia

Parallelamente all’insegnamento Francesco Venezia ha realizzato numerose architetture e installazioni, progetti considerati esempi di eccellenza della progettazione.



Tra le sue opere più importanti possiamo ricordare la Piazza Marginale-Lancelotti a Lauro (1974-1976), il Palazzo Di Lorenzo a Gibellina (1981-1987), il piccolo giardino a Gibellina (1984-1987), la Biblioteca Universitaria e il Polo Universitario Giuridico ed Economico ad Amiens (1993-1997), il laboratorio prove materiali dello IUAV a Mestre (1995-2002), l’allestimento della mostra "Gli Etruschi" presso Palazzo Grassi a Venezia (2000), gli spazi ipogei nel Duomo di Caserta (2011-2014), l’allestimento della mostra “Pompei e l’Europa. 1748-1943” presso il Museo Archeologico Nazionale di Napoli e presso l’Anfiteatro degli Scavi Archeologici di Pompei (2015), l’allestimento de il “Mito e Natura” al Palazzo Reale di Milano (2015), il Padiglione espositivo per il progetto “Arch and Art” presso il parco della Triennale di Milano (2016) e, infine, l’allestimento della mostra “Pompei e L’Egitto” presso la Palestra Grande degli scavi archeologici di Pompei (2016).



Così come per i progetti “fisici” sono molte sono le opere e le pubblicazioni che racchiudono il suo pensiero e i suoi lavori: “La Torre d'Ombre o l'architettura delle apparenze reali” (1978), “Scritti brevi” (1990), “Francesco Venezia: le idee e le occasioni” (2006), “Francesco Venezia: che cosa è l’Architettura” (2011).

L’opera complessiva di Francesco Venezia costituisce così non solo un nuovo importante capitolo nella storia del Piranesi Prix de Rome, ma una pietra fondamentale per l’architettura italiana, un esempio di ricerca continua sull’essenza della professione, lontana dalle mode, fedele alla concezione “alta” del fare architettura, in un gioco sapiente e colto di volumi, tra citazioni classiche e l’ossessione per la misura e le proporzioni. 





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