Intervista con Gianfranco Lizzul e Chiara Domenici di Chapman Taylor Milano, sul metodo di lavoro dello studio e sui progetti realizzati e in cantiere
In occasione dell’uscita del film di Isplora su NOI Techpark, il parco tecnologico progettato dallo studio Chapman Taylor e dall’architetto Claudio Lucchin, abbiamo incontrato gli architetti Gianfranco Lizzul e Chiara Domenici, rispettivamente direttore e associate director di Chapman Taylor Milano.
Con loro abbiamo parlato di temi e ambiti del progetto e dei lavori in corso: dal centro commerciale Auchan di Rescaldina all’esperienza progettuale del NOI Techpark, fino a quelli futuri, come nel caso di un hotel a Zagabria.
Quest’anno Chapman Taylor festeggia i 60 anni dalla fondazione, una società globale con sede in tutto il mondo che opera nei settori della progettazione architettonica e urbana. Come festeggerete questo anniversario importante? Come si struttura una società come la vostra? Come coniugate le diverse scale che presentate all'interno dei vostri progetti? Per quanto riguarda la sede Milanese, quali sono gli ambiti di lavoro e i servizi offerti?
Gianfranco Lizzul (GFL): I sessant’anni della Chapman Taylor sono stati celebrati in tutte le sedi nel mondo in modo autonomo, rispecchiando la cultura di ogni paese, ogni sede ha avuto la libertà di scegliere il tipo di evento che più si avvicinava allo spirito dello Studio.
A Milano abbiamo voluto abbinare i 60 anni di Chapman Taylor alla celebrazione dei 500 anni di Leonardo Da Vinci: abbiamo invitato i nostri collaboratori a visitare la mostra dedicata a Leonardo al Castello Sforzesco. Questo momento ci ha permesso di staccare dalla fretta lavorativa quotidiana e riscoprire, con un occhio più attento, un luogo all’interno della nostra città e l’arte e la progettualità di uno dei Maestri italiani. Tra qualche mese vorremo organizzare un evento un po’ più particolare con i nostri clienti, amici e collaboratori per celebrare insieme questa tappa storica della Chapman Taylor. Chapman Taylor è uno studio di architettura, masterplanning e design, fondato a Londra nel 1959, ora, dopo 60 anni, il team internazionale di oltre 500 architetti è operativo in 18 sedi dislocate in diverse nazioni e realizza progetti in tutto il mondo.
Dagli inizi del 1959 ad oggi, gli edifici costruiti, i progetti e gli avvenimenti importanti sono stati innumerevoli, ci piacerebbe poterli analizzare per scoprire insieme quale è stato il percorso di questi sessant’anni, per vedere ciò che lo studio è oggi e cosa potremmo fare nei prossimi sessanta (e speriamo più) anni.
Siete una società conosciuta in tutto il mondo: come definireste Chapman Taylor?
GFL: Siamo un gruppo di progettisti che operano su scala internazionale, ogni studio fonda le sue radici nella cultura locale, lavorando in collaborazione tra i diversi studi possiamo attingere ad un mix di competenze progettuali complementari per garantire le migliori soluzioni progettuali possibili.
Chapman Taylor Milano, per esempio, beneficia della creatività progettuale italiana unita al pragmatismo inglese. Il nostro metodo di lavoro si basa sull'idea del taylormade, la nostra modalità di lavoro mette il committente e tutto il suo mondo al centro di ogni progetto, per offrirgli una soluzione su misura, che nasce dalla comprensione approfondita della visione del progetto, dalla cultura locale e dalle aspirazioni di investimento.
Chapman Taylor si occupa di progetti di diversa complessità e scala, in diversi settori quali Workplace, Retail, Leisure, Hospitality, Residenziali e multifunzionali, progettiamo dal masterplan al singolo edificio, curandone i particolari nei minimi dettagli, la progettazione di interni e la sostenibilità ambientale.
In Italia, come tutto il gruppo, tendiamo a lavorare su progetti di grandi dimensioni. Recentemente abbiamo iniziato a investire anche su progetti più piccoli, che possono diventare un filo conduttore per avere nuove opportunità, ampliare i nostri servizi e far conoscere Chapman Taylor al di fuori dei settori in cui al momento siamo riconosciuti internazionalmente. La nostra sede di Milano non lavora solo in Italia, ma anche nei paesi limitrofi, nella regione Balcanica, in Grecia e in Africa.
Come funziona una commessa all'interno della vostra società? Avete progetti in tutto il mondo, arrivano direttamente a voi oppure passano per la sede centrale?
GFL: Come Chapman Taylor Milano siamo completamente indipendenti da tutti i punti di vista: sia in termini di clienti che finanziariamente. Ogni studio si occupa internamente della ricerca di nuove opportunità e di business development, le nostre commesse sono portate direttamente dalla nostra società italiana. Altre volte invece riceviamo richieste di collaborazione su alcuni progetti più complessi o articolati dallo studio londinese, o da altri nostri studi in Europa.
Tutti gli studi del gruppo, come quello di Milano, seguono le linee guida dettate dal modello londinese della società.
In merito al nuovo film di Isplora, al cui centro c'è il vostro progetto del NOI Techpark di Bolzano, seguito insieme all'architetto locale Claudio Lucchin, se doveste ripercorrere l'esperienza progettuale del parco tecnologico dell'Alto Adige quali temi e quali elementi selezionereste?
GFL: Una grande lezione sviluppata con il progetto del NOI Techpark, è stata quella legata alla sostenibilità ambientale, che è ormai un argomento imprescindibile per la progettazione architettonica attuale. Altri elementi che ritengo ancora fondamentali oggi sono: l'uso di materiali appropriati, il restauro degli edifici storici, la conservazione e il mantenimento del patrimonio edilizio esistente. E poi, la scelta di spingersi sempre verso un’architettura contemporanea nelle forme e nelle funzioni.
Passerei dal progetto del NOI Techpark a uno dei vostri ultimi progetti, l'intervento di restyling e ampliamento del centro commerciale Auchan di Rescaldina, alle porte di Milano. Potete raccontarcelo? Quali erano le richieste del cliente, le sfide poste dal progetto?
Da una lettura del progetto, molto forte è la sensazione di ricercare una permeabilità dell'edificio, sia in facciata con le grandi aperture dell'ampliamento, ma anche attraverso elementi vetrati sul soffitto che fanno si che la luce entri all'interno degli spazi di distribuzione del centro commerciale…
Chiara Domenici (CD): Il progetto è un incarico arrivato a noi dal nostro committente Auchan, ad oggi società trasformata in Ceetrus Italy.
Abbiamo avuto per questo centro un incarico di servizi integrati, quindi in capo a Chapman Taylor ci sono tutti i servizi necessari per dare vita a questo nuovo progetto: tutte le ingegnerie, la direzione lavori, la direzione artistica, gli impianti e chiaramente la parte che è tipicamente nostra, ovvero la progettazione architettonica. Abbiamo quindi creato un team di consulenti per rispondere al meglio a questa sfida.
Il progetto è articolato in due fasi, perché stiamo parlando di un intervento su un centro commerciale esistente, un centro che oggi funziona molto bene e quindi molto importante per Auchan. C’è una prima fase di restyling e una seconda di ampliamento, quest’ultima aggiungerà 25.000 mq all’attuale GLA (Gross Leasable Area- Superficie Commerciale Utile) di 54.000 mq del centro commerciale.
Dal punto di vista progettuale, l'input e le linee guida a livello di concept partono da un'analisi e da uno stretto rapporto con il territorio. Il centro viene chiamato "Porte dei Laghi," proprio perché si vuole porre come elemento cardine e simbolo di quello che è il territorio circostante.
Abbiamo diviso il centro nelle sue gallerie principali, ad ognuna delle quali è stata data una caratterizzazione tipica che in qualche modo richiamasse la natura lombarda che circonda questo luogo: la galleria della montagna, la galleria dell'acqua, la galleria del cielo e quella dei boschi, che richiamano gli elementi naturali del contesto circostante a Rescaldina, e dell’area limitrofa.
Da qui nasce anche la necessità di agire con elementi permeabili, proprio per poter creare un rapporto molto forte tra il centro ed il contesto. Non si vuole più guardare al centro commerciale come uno scatolone chiuso, ma come a qualcosa che si relazioni con il contesto, sia richiamando e reinterpretando l'elemento naturale, sia in modo più diretto, mediante delle trasparenze.
Un altro elemento molto particolare, probabilmente tra i primi che saranno costruiti in Italia, è una serra chiamata “Urban Farm” che si collocherà sulla copertura del centro. Questo è un prototipo, sviluppato e brevettato dallo studio belga BIGH Building Integrated GreenHouses, per creare un sistema di produzione intensiva a circuito chiuso, per un’evoluzione della proposta del Km 0.
Così sul tetto di Rescaldina, grazie alla coltura acquaponica verranno allevati dei pesci e coltivati ortaggi, che poi potranno essere venduti o consumati all'interno della food court del centro commerciale.
Le aperture di cui parlavamo prima sono dettate non solo dalla necessità di far permeare la luce all'interno dello spazio solitamente inteso come box chiuso del centro commerciale, ma anche per vedere questo nuovo sistema quasi auto-referenziale…
CD: Si, la scelta è dettata proprio dall’intenzione di creare un contatto diretto con l'esterno. Dal punto di vista prettamente legato all’architettura d'interni, quello che si vive nel centro commerciale vuole essere una vera e propria esperienza memorabile attraverso ambienti completamente diversi, andando al di là dello shopping puro.
Il cliente ha richiesto esplicitamente un "effetto wow!", perché al giorno d'oggi bisogna in qualche modo stupire, lasciare il segno nella memoria dei visitatori. Così, passeggiando per le gallerie del centro Auchan, ci si ritrova sorpresi da elementi come prati che cadono dal soffitto, balconi sottosopra, finestre appese alle pareti o sospese, montagne che i bambini possono scalare, mucche che "pascolano" nel centro. Molti elementi sono stati reinterpretati e riproposti per creare un'atmosfera allegra, in quanto una delle intenzioni del cliente era di trasformare questo in un centro dedicato alle famiglie. Quindi, la componente del gioco e del divertimento sono state fondamentali per il nostro lavoro.
Abbiamo inoltre creato un nuovo lucernario, perché le gallerie erano molto cupe, buie: non abbiamo fatto un intervento esclusivamente di rifinitura e di “addobbo”, ma anche azioni importanti, rispettando sempre i vincoli dettati dall’edificio esistente e la necessità di portare avanti il cantiere senza mai chiudere il centro al pubblico.
Quindi un'architettura che non è solo un accompagnamento, ma diventa protagonista attraverso questa serie di strategie e di dettagli, esperienze ed elementi divertenti…
CD: Ci sono diversi elementi a comporre questo vero e proprio allestimento scenografico: alcuni volumi sporgenti, altri particolari più decorativi. Se si guarda il fronte delle gallerie, si può osservare un vero e proprio progetto di architettura d'interni realizzato appositamente per rispondere a questa idea di progetto. Si trovano materiali diversi, quali ceramiche, vetrate o cartongessi, elementi realizzati su misura, come casette sporgenti, piccoli balconi e finestre; o ancora, controsoffitti pendenti in carta ed elementi più decorativi o d'arredo, come delle sculture.
Siete quindi intervenuti sul layout distributivo ma avete lavorato anche sui materiali. Per quali finiture avete optato?
CD: Tutte le finiture interne sono state completamente modificate, per renderle coerenti con la nuova immagine. Anche l'ampliamento dell’edificio, una volta realizzato, porterà avanti queste scelte progettuali. Siamo intervenuti anche sulla facciata dell'edificio esistente, progettandone una nuova, che è in costruzione in questo momento e il cui completamento è previsto per fine estate. Una facciata caratterizzata da un rivestimento in ceramica molto particolare.
La parte di restyling interni è invece, ad oggi, completata. Conclusa è anche la parte di sistemazione dei parcheggi, forse meno bella da vedere, ma comunque fondamentale per un servizio del genere. Una volta concluso il cantiere della facciata poi, dovrebbe aprire il cantiere dell'ampliamento.
Immagino che un altro tema importante sia il progetto illuminotecnico…
CD: Chapman Taylor ha seguito la parte del progetto illuminotecnico, mentre la parte di impiantistica è stata affidata ai nostri consulenti. Per quanto riguarda le scelte effettuate, molte sono d’effetto: se, da un lato, contribuiscono all'illuminamento necessario, dall'altro cercano di includere anche oggetti più scultorei ed appariscenti.
Integriamo così l’illuminazione necessaria per la corretta fruizione dello spazio con accenti scenografici, come avverrà per la nuova facciata che verrà illuminata nelle ore notturne.
Spostandoci di geografia, va detto che siete molto attivi in Croazia. Dal progetto di sviluppo urbano di Mlinovi Hills ad un importante conference hotel a Zagabria. Potete raccontarci qualche aspetto interessante, soluzioni adottate e altre anticipazioni?
GFL: Abbiamo un rapporto lavorativo continuativo con la Croazia: da molti anni lavoriamo sul territorio, collaborando con uno studio locale. Non è sempre scontato lavorare all'estero…
Qualche anno fa, nel 2008 circa, abbiamo iniziato a lavorare ad un progetto residenziale di lusso a Zagabria, localizzato in una zona collinare - dà lì il nome Mlinovi Hills. Il progetto proponeva ville monofamiliari sviluppate su quattro livelli, ognuna di circa 400mq, con giardino privato, piscina, area fitness e benessere, ascensore interno, rifinite con materiali e rivestimenti provenienti dall'Italia.
CD: Ora invece, da circa un anno, stiamo lavorando a Zagabria, a pochi chilometri dall'aeroporto per la realizzazione di un albergo quattro stelle, che poi verrà gestito da Novotel. Sarà un edificio alto, si tratta di un albergo di otto piani con una grande piastra dedicata alle zone comuni e alla parte conference, che assumerà molta importanza anche grazie alla posizione strategica nella città. La scelta progettuale è quella di creare una sorta di patio, una piazza multifunzionale all'aperto, allestita con alberi e zone verdi, all'interno della piastra dove si affaccia tutta la zona comune dell'albergo.
L'esigenza di un atteggiamento introverso dovuto al contesto ha portato alla scelta di sviluppare e portare in Croazia, un tema, quello della corte interna, se vogliamo tipicamente Italiano.
Dati Progetto Auchan “Le Porte dei Laghi”
- ZUMTOBEL: Illuminazione interna
- OMNIDECOR: rivestimenti in vetro gallerie
- MIRAGE: rivestimenti ceramici fronte vetrina
- GLAMORA: rivestimenti in carta da parati piazze interne e bagni
- GRANITI FIANDRE: pavimenti gallerie e piazze
- DOTT. GALLINA: lucernari in policarbonato
- PROCÉDÉS CHÉNEL INTERNATIONAL: tessuto in carta ignifugo, usato per decorazione controsoffitto nelle gallerie
- SOEMA: blocco lavabi dei bagni pubblici
- CASALGRANDE PADANA: rivestimenti nuove facciate