PUNTO, LINEA, SUPERFICIE - NON ACRREDITATO
“I nostri occhi sono fatti per vedere le forme sotto la luce; ombre e luci rivelano le forme; i cubi, i coni, le sfere, i cilindri e le piramidi sono le grandi forme originarie che la luce rivela; la loro immagine ci appare netta, tangibile, senza ambiguità”.
Le Corbusier
Un lungometraggio attraverso la complessità della luce e delle sue molteplici forme, nel racconto di un linguaggio espressivo che dà consistenza all’effimero tramite la ricerca di una continua ispirazione: la tensione verso un processo di conoscenza ed evoluzione.
Il docufilm si presenta come la rielaborazione di un concetto a partire dalla sua essenza: ad un secolo dal Less is more di Mies Van Der Rohe, l’evoluzione del minimalismo sfocia nella tendenza del design alla riduzione, verso molteplici soluzioni in grado di interpretare le esigenze del contemporaneo.
Un punto, una linea, una superficie: una luce.
Tre elementi, gestualità, scelte compositive di design, raccontate dalle voci di Mario De Rosa e Roberta Benassi, affiancati dal nutrito team del gruppo Vesoi, in un excursus che mostra un mélange di riferimenti all’arte contemporanea e apparecchi luminosi, risultato di una selezione della caleidoscopica produzione della realtà compositiva aziendale che fa della cultura, dell’arte e del design ingredienti fondamentali di ricerca e riflessione continua.
Un punto, un segno univoco.
Una luce che enfatizza un momento nello spazio, esaltandone le ombre, evidenziando la presenza di un oggetto, svelando la purezza di una forma. Un incontro che narra il momento stesso in cui il pensiero incontra l’azione, tramutando una visione in un progetto, in un oggetto, interessante quanto più l’autore è capace di spingersi con l’immaginazione al di là degli schemi.
Un punto, l’essenza di una lampadina. Un’idea appesa ad un filo, sospesa nell’aria tra luce e ombra.
Una linea, un percorso.
Il segno di un “solco di luce” impresso nello spazio, la traccia dinamica di un punto in continua evoluzione. Un movimento dalla propria prospettiva personale di fatto irripetibile, che racconta il tratto di un profilo metallico, un led che non prescinde da una componente etica e morale.
Una linea, una direzione, finalmente il muro esce dall’anonimato di destinatario passivo.
La capacità di esplorare nuovi orizzonti proponendo scenari alternativi, nuove lavorazioni, l’espressione della massima qualità e creare più valore possibile con meno materiali, considerando la luce tra le tecnologie che scompariranno nei muri.
Una superficie, uno spazio di azione e sperimentazione.
Una continua estensione dei propri confini, approdando su nuovi territori tecnologici e geografici. La spinta da e verso tre città, Napoli, Venezia e Milano, tre luoghi di interazione e scambio culturale. Materiali e processi che mostrano la sperimentazione e la ricerca proiettate in avanti, verso nuove soluzioni materiche e percettive del Bello, di cui viene riconosciuto il valore.
Corpi luminosi che avvicinano industria, artigianato e design (new craft), per una produzione libera dai vincoli della serialità del ‘900, tra innovazione, stampanti 3D e nuove tecnologie, portando il materiale al limite, per interpretare concetti come versatilità e adattabilità, e pensare ed agire con l’obiettivo di trasmettere emozioni, creare oggetti di design che sappiano comunicare al di là del mero aspetto funzionale, generando una relazione con i futuri utenti.
"La luce ci parla, è come una forma di conoscenza, di passione, è un mezzo di comunicazione".
Mario De Rosa