Trailer Tra Territorio e Artigianalità
Le sfere dell’arte e della moda si confondono ormai con quella dell’architettura, con una grave perdita della specificità di questa. […] A fronte di questa situazione, incerta e fluttuante, appare sempre più necessaria una presa di coscienza radicale, un vero e proprio atto rifondativo che non può non partire dalla risposta a una domanda essenziale, riguardante il ruolo dell’architettura
- Franco Purini
La lezione si mostra come occasione per analizzare il panorama progettuale esistente, in relazione con alcuni tra i più significativi studi Under40 in Italia, in una rete di conoscenze e sfide che rende possibile evidenziare tematiche e progetti rappresentativi di talentuose realtà del mondo dell’architettura, con una visione non solo contemporanea ma capace di avere uno sguardo alla situazione attuale sociale, progettuale e culturale. Un’esplorazione, che evidenzia la necessità di mettere in discussione preconcetti, di ripensare gli approcci. Definire un nuovo modo di fare architettura, ma soprattutto concepire la progettazione come una continua evoluzione in un mondo che negli ultimi decenni ha sviluppato nuove connessioni, senza limiti e barriere, con un continuo scambio: dinamicità continua che si rispecchia in una società con nuove esigenze.
Un omaggio ai nuovi pionieri dell’architettura, che vuole indagare senza mettere in competizione le voci di giovani professionisti, ma anzi definire l’occasione per un confronto e uno scambio tra conoscenze compositive, grafiche, tecnologiche, cantieristiche e progettuali. Un racconto che mostra gli architetti come una categoria sinergica, che sperimenta nuove interpretazioni del vivere come un grande laboratorio professionale in cui persiste la necessità di scoprire.
Le voci di due studi Under40 – In-Nova Studio e 120 grammi Laboratorio di Architettura - mostrano lavori, realizzazioni e competizioni, progetti grafici e racconti in una condivisione di saperi tecnici, per approcci multidisciplinari alla ricerca di nuove sfide. Uno sguardo fresco e curioso che indaga l’architettura nelle sue innumerevoli possibilità.
Da un lato lo studio In-Nova Studio di Napoli, composto dagli architetti Marcello Ferrara, Martina Russo e Riccardo Teo; dall’altro lo studio 120 Grammi Laboratorio di Architettura, con le voci di Carlo Pavan e Nicola Pavan.
In-Nova Studio propone una definizione dello studio e dell’approccio metodologico seguendo tre concetti – ripresi dal celebre libro di Rem Koolhaas S, M, L, XL – declinati nella modalità di S = Semplicità, M = Mediazione, L = Linguaggio, per un racconto che introduce la progettualità dalla scala domestica e intima a quella urbana di rigenerazione e di concorso. All’interno del primo termine – Semplicità – un excursus su interventi realizzati come Casa DPM e Solfat House di Pozzuoli, entrambe analizzate nella progettazione di interni e della realizzazione di dettagli artigianali; alla seconda tematica – Mediazione – si affianca il progetto residenziale delle Residenze Cavour di Parete, di cui si commentano le scelte volumetriche e compositive in relazione con lo spazio collettivo e pubblico circostante; nel terzo capitolo – legato al Linguaggio – vengono presentati i progetti elaborati in concorsi, per aree e poli scolastici o multifunzionali – come la Scuola Pizzigoni di Milano e il Centro Direzionale di Palermo – in una riflessione ad ampio spettro sulla progettazione degli spazi scolastici contemporanei dedicati alla nuova didattica, e di spazi multidisciplinari istituzionali, in diretto contatto e relazione con il territorio in cui si inseriscono.
120 Grammi Laboratorio di Architettura, invece, si racconta tramite il nome dello studio e il suo simbolo, un elefante, analizzando gli approcci di intervento seguendo le parole di William Morris che, a proposito del concetto di architettura, scrisse: “È una concezione ampia, perché abbraccia tutto l’ambiente della vita umana. Non possiamo sottrarci ad essa, finché facciamo parte del consorzio civile, perché l’architettura è l’insieme delle modifiche e alterazione introdotte sulla superficie terrestre, in vista delle necessità umane, eccettuato solo il puro deserto”.
Dal peso della carta – 120 grammi – all’analisi territoriale nelle sue più ampie sfaccettature – che ricordano la pelle segnata di solchi dell’elefante – Carlo e Nicola Pavan narrano il loro fare artigianale come metodo di ricerca sui contenuti e sulla materia, in relazione con un pensiero laboratoriale, luogo astratto in cui sperimentare nuove modalità operative. Attraverso il progetto di allestimento di Industriae, una lezione in grado di mostrare il rapporto con il territorio e il contesto di Porto Marghera in cui 120 Grammi trova spazio, diventando sfondo adatto per una ricerca curatoriale e archivistica continua legata allo studio e all’analisi di dati che raccontano la profondità del disegno dello spazio urbano e le politiche per il territorio. Un approccio steampunk in cui si mescolano tecnologie e dispositivi antichi come nella mostra di Follow-Up!, divenuta occasione per dotare un progetto temporaneo di un significato atemporale in grado di acquisire lo stesso peso, ad esempio, di una cappella gentilizia che invece è chiamata a durare per l’eternità.
Una lezione che tratta molteplici temi di condivisione, in cui i giovani architetti possono confrontarsi e discutere in modo concreto sui temi della progettazione e della professione tramite idee e ricerche, incentivando le relazioni con altri professionisti, promuovendo iniziative, progetti e concetti volti ad allargare il campo delle conoscenze in svariati ambiti di intervento, dal cantiere alla progettazione di spazi espositivi, da soluzioni innovative per l’abitare domestico contemporaneo all’artigianalità della realizzazione. Una lezione che incentivi la comune coscienza etica del fare architettura, con forti valenze compositive nel rispetto del territorio e della sostenibilità, per la realizzazione di progetti finalizzati a promuovere la qualità degli spazi museali, domestici, urbani e dell’ambiente in differenti regioni italiane, nella valorizzazione dell’immagine dei giovani architetti, nel loro rapporto con le Istituzioni, le continue sfide e la collettività.
Obiettivi formativi
- Condividere e divulgare un sapere giovane e dinamico, in un racconto di architettura in cui la professione diventa spunto continuo di ricerca e stimolo, per valorizzare una dottrina che si articola e cresce grazie alle influenze con cui viene a contatto: luoghi, culture, territori con le proprie conformazioni e peculiarità, materiali inediti o da riscoprire, forme in cui innestarsi;
- La lezione affronta la tematica del rapporto con il contesto territoriale, storico e culturale in cui gli studi si inseriscono e vanno ad intervenire, mostrando differenti spaccati territoriali e vari approcci alla professione;
- La lezione mostra i nuovi approcci professionali alla realtà concorsuale, alla relazione con la committenza e ne analizza gli effetti e le dinamiche tramite differenti casi studio analizzati, dalla scala domestica a quella territoriale, esplorando modalità di rappresentazione e di studio delle realtà esistenti;
- La lezione porta all’attenzione la volontà di mettere in discussione e concepire la progettazione come una continua evoluzione, alla ricerca di soluzioni sempre differenti in relazione con il costruito esistente e con le richieste condotte dalla società di cui la composizione fa parte, come incentivo per una nuova etica collettiva dell’architettura delle nuove generazioni.