Riflessi d'architettura - ISPLORA

Trailer Riflessi d'architettura



Come si relaziona un oggetto architettonico quando messo in relazione con uno specchio d’acqua?


Questa è una delle domande che Fiamma Colette Invernizzi, Editor-in-Chief di Isplora, porge ai due interlocutori nelle conversazioni di Isplora Play: in un primo episodio lo studio CalviCeschiaViganò Architetti Associati, in un secondo episodio l’Architetto Mirco Simonato

Per CalviCeschiaViganò Architetti Associati il caso studio emblematico è la Villa sull’Acqua a Sanremo: un’abitazione che sostituisce un piccolo edificio esistente, costruito negli anni in cui, a ponente, veniva realizzato l’adiacente complesso di Marina di Capo Nero e di Capo Pino, a firma dell’architetto Daneri. La prima ipotesi di realizzare un campo da tennis viene poi abbandonata, lasciando un vuoto urbano, creando l’effetto di “cava” dismessa nella quale era cresciuta della vegetazione spontanea e tutt’intorno, per celarla alla vista, erano state realizzate alte recinzioni.

Ecco l’occasione per realizzare un edificio intimo e privato, in cui l’intento primario era quello di rendere eloquente l’appartenenza della nuova abitazione ai modelli tipologici delle architetture effimere da giardino e dare la percezione di creare un piccolo padiglione a servizio del giardino della villa accanto, in un continuo rapporto con l’orizzonte e con il mare. 

Ad alimentare la riflessione, lo studio porta altri casi di interesse: la conversione dell’Ex-Tribunale di Sanremo e due interventi di Project Financing ancora in corso. 

Per l’Architetto Mirco Simonato, il caso studio è invece la Cavana a Monselice, vincitrice del Premio IN/Arch 2023 – nella sezione “Migliori opere di architettura / Interventi di nuova costruzione / Veneto” – con la motivazione: "Un progetto [...] diventa non solo punto di aggregazione per la cittadinanza ma anche un luogo di connessione tra la natura e la comunità. [...] Un design radicale in grado di colonizzare con parole buone il paesaggio esistente." 

Un oggetto dalla vocazione pubblica che, proponendosi come il primo nodale tassello di una riqualificazione che ora si avvia a connettere con spazi vivibili il lungo Canale Bisatto con Villa Pisani e la Ciminiera dell'antica Fornace, da un lato, e le mura Carraresi dall'altro, avendo come fondali scenici la Rocca ed il Monte Ricco, contribuisce a ri-assegnare a queste emergenze il ruolo che loro spetta in una ritrovata scena urbana.

Un’architettura di forme e linee pure che richiama l’aspetto metafisico di un altro progetto realizzato dallo studio capitanato da Mirco Simonato – la Corte del Commiato di Megliadino S. Vitale – costituito di pochi e semplici elementi capaci di mescolare tradizione e contemporaneità: la mura, per esempio, definisce il recinto, elemento storicamente proprio del cimitero inteso come tipo architettonico e allo stesso tempo, nel suo generare, separare e collegare spazi, si ispira e dialoga con le cinte delle ville venete, dei fondi benedettini, dei monasteri, segni territoriali che connotano il paesaggio veneto.


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