Officina82 | La Leta Architettura: Tra materia e misura - ISPLORA

Trailer Tra materia e misura



La lezione attraversa la progettazione contemporanea ed il suo rapporto con la storia dei luoghi, dall’architettura vernacolare delle Alpi liguri al tessuto storico urbano palermitano. 

Un percorso formativo che affronta la contrapposizione tra il contesto rurale e quello densificato attraverso l’approccio eterogeneo di due studi di architettura: Officina82, a Garessio tra le Alpi Marittime, e La Leta Architettura, radicato nella Conca d’Oro palermitana.

Da un lato, il lavoro di Officina82 reinterpreta la tradizione antropologica dei luoghi, rileggendo e ristudiando i modelli tradizionali ed archetipi per ricercare soluzioni tecnologiche e abitative da riproporre in chiave contemporanea. 

Così, prende forma la proposta di Lara Sappa e Fabio Revetria, a partire dall’architettura vernacolare e dall’essenza del luogo, guardando al «modo naturale e tradizionale attraverso cui le comunità hanno prodotto il loro proprio habitat. […] Un processo, che include i cambiamenti necessari e un continuo adattamento, come risposta alle esigenze sociali ed ambientali», come espresso nella Carta del Patrimonio Vernacolare Costruito dell’ICOMOS.

Pietra, legno, calce, terra e pochi altri materiali tendono ad una chiave di lettura in completa simbiosi con il contesto, attraverso la filosofia del genius loci, nel tentativo di concretizzare uno dei concetti di Benedetto Croce che vede arte e poesia come “un complesso di immagini e un sentimento che le anima”. Ne è esempio il parco sperimentale e ricettivo di Selucente, con il lavoro su Glambox, Starsbox e sulla rifunzionalizzazione dell’antica chiesetta. Un luogo in cui la presa in cura dell’ambiente e la tutela del paesaggio e delle sue forme abitative si confronta con i temi della sperimentazione tecnologica, diventando strumento per avvicinare l’architettura alle persone.

Dal bosco, dal legno, dalla materia prima, quasi come accade per una scultura, il progetto prende vita e dà sfogo ad un’architettura capace di essere dinamica, di interpretare lo spazio del “vivere quotidiano” in maniera multiforme, come in un vero e proprio “storytelling spaziale” in grado di accogliere intimamente l’uomo.

Un’architettura “relativa” che muta di scala a seconda del contesto, che lavora sul tema della misura attraverso la materia e la sua trasformazione. 

Il percorso di formazione continua indagando un modo di “fare architettura” che attraversa diversi territori, diverse orografie, diverse morfologie geografiche – l’animo montuoso e marittimo della Liguria e la densità urbanizzata palermitana - mantenendo un approccio rispettoso ed attento nei confronti della storia, integrando qualità all’interno dei propri progetti.

Così, nel suo contesto siciliano, l’architetto Giorgio La Leta fa tesoro delle bellezze della propria città, relazionandosi in maniera dialettica con gli edifici esistenti del tessuto urbano.

Un approccio “su misura”, che vede l’uomo come “misura di tutte le cose, di quelle che sono in quanto sono; di quelle che non sono in quanto non sono”, come potrebbe aver pronunciato Le Corbusier, nel suo Viaggio d’Oriente, leggendo Platone di fronte al Partenone. 

Attenzione al dettaglio e alle finiture, la consapevolezza che l’artigianalità rappresenta il vero punto di connessione tra progetto e realizzazione, tra materia e misura. Spazi negli spazi, boiserie che nascondono e rivelano nuovi ambienti, paesaggi urbani che entrano all’interno della casa attraverso giochi di riflessi e visuali, materiali locali intrisi di memoria storica

In questo modo, il lavoro sull’abitare diviene terreno fertile per la restituzione di un forte dialogo tra ieri e oggi, tra tradizione e contemporaneità, come avviene in Casa MAZ o Casa BDM, dove lo studio accurato della pavimentazione riflette perfettamente la Sicilia dell’oggi: un complesso reticolo di stratificazioni in stretta connessione. 

Un itinerario formativo attraverso paesaggi differenti, realtà eterogenee, territori complessi, con  la scoperta di un approccio comune, la presa in cura di un “modo di abitare” che attraversa il luogo, appartenendovi. 

Obiettivi formativi

  • Esplicitare la tematica del rapporto con il contesto territoriale, storico e culturale in cui gli studi si inseriscono e vanno ad intervenire, mostrando differenti spaccati territoriali e approcci alla professione, oltre al lavoro d’attenzione nei confronti della questione insediativa del nuovo intervento all’interno del paesaggio;
  • Evidenziare possibili risposte al lavoro sul patrimonio esistente, reinterpretando l’architettura nel paesaggio rurale e montano in chiave contemporanea, così come il recupero di edifici storici nel tessuto urbanizzato, proponendo strategie di recupero o nuova costruzione che mettono al centro il progetto di architettura come elemento di ricucitura;
  • Proporre possibili soluzioni tecnologiche innovative che partono dalla rilettura dei luoghi e degli archetipi, mostrando come le “forme abitative tradizionali” possano essere reinterpretate in chiave contemporanea con uno sguardo attento alle questioni della sostenibilità ambientale, sociale ed economica;
  • Indagare i temi propri della professione, il ruolo dell’architetto nell’ascolto e nella traduzione di istanze, necessità, risorse ed energie, oltre allo stretto rapporto con la committenza nelle diverse fasi del progetto.

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