Trailer Scrivere gesti d'architettura
“...ogni architettura è anche un’architettura dell’interno, o meglio, dall’interno.”
Aldo Rossi
Isplora entra in conversazione con i progettisti in un dialogo fatto di spunti, riflessioni, riferimenti e parole chiave. La forma dialogica viene qui utilizzata come forma ideale per restituire, con metodo e dinamismo, il pensiero di alcuni professionisti della scena progettuale contemporanea.
Fiamma Colette Invernizzi, Editor-in-Chief di Isplora, infatti, si confronta con due figure, provenienti da panorami diametralmente opposti: quello romano e quello lacustre di Lazise.
Con il primo progettista, Nicola Auciello, il dialogo volge l’attenzione alla scrittura dell’architettura e alla progettazione con le parole. Cinque sono le parole che indentificano il suo lavoro compositivo e le stesse vengono utilizzate come fil rouge per un’esplorazione compositiva e spaziale: il luogo – inteso come genius loci – è il primo termine che apre lo sguardo ai differenti quartieri di Roma in cui Nicola Auciello è presente con i suoi interventi; seguono il racconto, il dettaglio, il rapporto con la committenza e l’economia del progetto, in tutte le sue sfaccettature.
Afferma lo stesso architetto, nel suo libro “Quattro case viste da dentro”: “Le storie, nell’architettura degli interni, non sono mai ripetibili: cambiano le città, i quartieri, le persone, le esigenze, le aspettative, i budget. L’iter progettuale, invece, rimane lo stesso: partire dalla città per poi arrivare al quartiere, alle persone, tenendo conto delle esigenze, rimanendo nelle aspettative e rispettando i budget.”
Sostenibilità, esperienza e passione si traducono in superfici dai colori della natura, in interni che ne esaltano tutte le sfumature: ne sono esempi, tra gli altri, il Podere in Etruria, la Casa al Gianicolo, la Casa all’EUR, così come quella al Prenestino e al Portonaccio.
Con il secondo progettista, Pier Solieri, il dialogo mescola la cultura progettuale e la conoscenza della storia dell’architettura per raccontare la realizzazione di oggetti costruttivi contemporanei sulle sponde del lago di Garda.
Dando voce ad alcuni dei più interessanti elementi archetipici dell’architettura, lo scambio culturale allarga lo sguardo in direzione di alcune delle residenze più note del panorama architettonico internazionale, in relazione con elementi d’arte e della letteratura, comprendendo le sculture di Oteiza e le poesie di Paul Valéry, le architetture di Le Corbusier e di Mies van der Rohe.
La ricerca progettuale raccontata da Pier Solieri trae come punto di partenza quello proveniente dalla linea della copertura, in una composizione che dal colmo scende fino alla linea di terra. Ne diventano esempi espressivi la Villa sulla Scala, la Villa Bianca e la Villa Grigia, a firma dello stesso architetto. Elementi come pilotis, facciate libere e scale scenografiche diventano protagoniste della riflessione e del dialogo, in cui anche l’acqua diventa elemento progettuale, di riflessione delle forme e di espressione di un comfort unico e ricercato, così come le grandi trasparenze, che generano un confine labile tra interno ed esterno, accompagnando lo sguardo e incorniciando il paesaggio.
Obiettivi formativi:
- La lezione permette di esplorare il tema del dialogo come “colloquio che l’anima fa con se stessa in cui consiste l’atto del pensare” (Platone), che viene qui utilizzato come forma per restituire, con metodo e dinamismo, l’excursus progettuale e di ricerca di alcuni professionisti della scena contemporanea.
- La lezione riprende e analizza tematiche legate agli elementi dell’architettura, tra cui i cinque pilastri di Le Corbusier – i pilotis, il tetto giardino, la pianta libera, la facciata libera e la finestra a nastro – in relazione con la progettazione contemporanea di spazi domestici.
- Si approfondisce il tema della villa, come espressione compositiva dello spazio domestico in relazione con il suo contesto e ponte concettuale tra gli usi abitativi dello scorso secolo e quelli di oggi, mettendo a confronto le ville contemporanee con le più grandi espressioni dell’architettura moderna a firma di Le Corbusier, Mies van der Rohe, Bob Venturi e Lina Bo Bardi.
- Si esplora in questo contesto la relazione con il genius loci all’interno di un contesto urbano caratteristico come quello di Roma, in espressione delle differenze dei vari quartieri, tra esigenze abitative, economiche e progettuali.