Trailer Le scale della complessità
L’architettura deve saper rispondere ai bisogni di oggi […], con la contemporaneità e con la tecnica odierna
– L. Schiavon
È a partire da questa ricerca che, attraverso le parole dell’ingegner Luciano Schiavon – figlio della scuola ticinese ed associato di uno dei suoi maggiori esponenti, Aurelio Galfetti – la lezione apre una narrazione fatta di “misure” e salti di scala, dal dettaglio al progetto nella sua complessità, attraverso l’indagine approfondita di un elemento tecnologico ed architettonico flessibile ed integrato: il pavimento sopraelevato.
Da qui, la lezione esplora nove diverse architetture, nove opere di differente entità capaci di integrare al loro interno una soluzione costruttiva versatile ed innovativa. Nove casi studio, spazi e scale di progettazione differenti, dalla realtà urbana al dettaglio – dall’extra large all’extra small – per approfondire il tema della complessità nelle sue declinazioni, progettuale e tecnologica, spaziale e volumetrica, formale e compositiva.
Un percorso di indagine, un viaggio attraverso grandi cantieri di natura integrata, dal Museo del Louvre di Jean Nouvel ad Abu Dhabi, alla Nuvola di Massimiliano Fuksas a Roma, fino alla Fondazione del MAXXI di Roma di Zaha Hadid. Spazi per mostre ed esibizioni, convegni e conferenze, con necessità di estrema funzionalità e flessibilità, capaci di garantire accessibilità e sicurezza.
Ancora, nuovi tasselli urbani inseriti all’interno di tessuti in espansione – come nel caso del NET Center di Padova di Aurelio Galfetti di LVL Architetti –, o nel caso di progetti di restauro e valorizzazione del patrimonio architettonico, come il lavoro di adeguamento per la fruibilità di Palazzo Bonaparte a Roma e per la protezione dei suoi antichi mosaici.
Progetti che lavorano alla scala del dettaglio, della finitura e della materia, come nella reinterpretazione di un microcosmo a misura d’uomo per Diorama, lo spazio dei camerini progettato dallo studio Calvi Ceschia Viganò all’interno del Teatro degli Arcimboldi di Milano di Vittorio Gregotti e Mario Botta.
Nove luoghi dalle differenti complessità, accomunati da una soluzione tecnologica versatile e modulare, il pavimento sopraelevato. Un sistema che, nato nella sua forma standard 60x60 cm già a metà ‘900 per necessità funzionali ed inteso come alternativa alla stratigrafia tradizionale, lavora proprio sulla possibilità di integrare differenti componenti nel suo spessore, contemplando all’interno della sua modularità la possibilità di far dialogare gli aspetti tecnico-impiantistici con quelli di natura formale.
Da qui, una grande evoluzione. Manifesto di un’architettura composta da elementi, dettagli e frammenti, la ricerca di Fundamentals – Rem Koolhaas, Biennale di Venezia 2014 –, ha rappresentato un momento significativo di indagine collettiva sui fondamenti del costruire, quegli elementi sintetici in grado di costituire la complessità di un’architettura. È qui che, nella sua sezione “Floors”, il pavimento sopraelevato diviene sinonimo di sostenibilità, innovazione, comfort e sperimentazione. Una nuova ricerca volta al futuro, sempre più accurata e customizzata, dove materia e tecnologia lavorano in simbiosi per raggiungere altissimi livelli prestazionali, oltre che formali.
Ne sono esempi la costante ricerca di materiali dall’elevata possibilità di riciclo così da ridurre le nuove produzioni, migliorando l’efficientamento del ciclo di vita e la sua manutenzione. Ancora, la totale compatibilità con le richieste delle nuove certificazioni LEED, BREEAM, WELL ed FSC, così come la grande resistenza strutturale ed antisismica, nonché termo-igrometrica ed acustica, al calpestio e all’abrasione.
Caratteristiche proprie del singolo elemento tecnologico ed architettonico, “fondamentali” ed intrinseche, capaci di manifestarsi nella triade vitruviana di firmitas, staticità, utilitas, utilità e funzionalità e venustas, armonia delle proporzioni, principi generatori per un’architettura complessa ed articolata in grado di rispondere coerentemente ai bisogni della società odierna, veloce e mutevole.
Obiettivi formativi
- La lezione affronta il tema della complessità costruttiva attraverso nove differenti casi studio, di diverse scale di progettazione, così da analizzarne e compararne i differenti processi di concept, cantierizzazione e costruzione, dal Louvre di Jean Nouvel alla Nuvola di Fuksas, dal MAXXI di Zaha Hadid al NET Center di Aurelio Galfetti;
- A partire dalla lezione di Rem Koolhaas “Fundamentals – Elements of Architecture”, la lezione approfondisce criticamente la soluzione tecnologica del pavimento sopraelevato come sistema in grado di integrare differenti necessità costruttive all’interno dell’architettura (strutturali, funzionali, impiantistiche, formali, etc);
- Muovendo attraverso i differenti casi studio, la lezione affronta ed esplicita ad ampio raggio il tema della sostenibilità ambientale, del ciclo di vita e della flessibilità dei progetti, così come delle scelte materiche altamente riciclabili e/o riutilizzabili;
- La lezione mostra i risvolti della ricerca e dell’innovazione sul tema, approfondendo i parametri di compatibilità dei progetti analizzati per l’ottenimento di certificazioni specifiche quali LEED, BREEAM, WELL ed FSC.
Credits
Louvre Abu Dhabi
Fotografie: Roland Halbe
MAXXI
Fotografie: Francesca Maiolino
Nuvola
Fotografie: Roland Halbe
Palazzo Bonaparte
Fotografie: Diego De Pol
Net Center
Chiesa S. Michele
Fotografie: Diana Lapin
Diorama
Fotografie: Luca Privitera
Sanlorenzo Yacht
Fotografie: Thomas Pagani
Campus Navigli
Fotografie: Ugo De Berti - UDB Studio