Leggere la memoria - ISPLORA

Trailer Leggere la memoria



Come ci si relaziona con un edificio esistente di elevato valore storico-architettonico? Se si parlasse di demolizione? 

Due quesiti per due interlocutori, quelli che Fiamma Colette Invernizzi, Editor-in-Chief di Isplora, accoglie nelle conversazioni di Isplora Play, approfondendo da un lato la tutela del bene, con lo Studio FèRiMa, dall’altra la demolizione forzata, con lo studio lR-Architetti

Per Studio FèRiMa, e per l’Architetto Riccardo Russo, il viaggio nella Cattedrale di Otranto è “quasi un’esperienza mistica”, nell’ascolto della memoria e dei materiali, di tutte le stratificazioni e della bellezza compositiva. Un’attenzione minuziosa, quella tramandata da generazioni, per affrontare un lavoro complesso di tutela: l’intervento di restauro, infatti, ha previsto uno studio attendo dell’oggetto architettonico ed è stato calibrato a seconda dello stato di gravità del degrado, e poi condotto evitando di procedere ad operazioni di pulitura eccessivamente radicali, al fine di non danneggiare la naturale patina di invecchiamento.

Un dialogo aperto, quello sull’approccio stabilito, per cui per tutte le lesioni presenti sul paramento murario sono stati previsti interventi con malta, se di piccola entità, mentre in prossimità di quelle maggiori opere di cuci-scuci, consistenti nella sostituzione degli elementi lapidei fratturati con altri di dimensioni simili e ben ammorsati a quelli più vicini.

Ulteriore caso studio che lo Studio FèRiMa porta nella conversazione è quello della Cripta soggiacente la Cattedrale, in cui il progetto di restauro conservativo ha interessato lo spazio nel suo complesso: dalle colonne ai capitelli, alla realizzazione di una nuova pavimentazione in pietra di Trani soprastante il vespaio areato, al recupero degli infissi esistenti e dei portoni d'ingresso, al sistema di illuminazione in micro-led.

Con lo studio lR-Architetti, invece, il dibattito si muove nella direzione di analizzare il significato progettuale e collettivo di restituire alla comunità uno spazio di preghiera a seguito della demolizione della Chiesa dell’Assunta di Pegognaga. Il sorgere della nuova Chiesa, infatti, non è da leggersi come esclusivo intervento architettonico, bensì come intervento rivolto al tessuto umano e urbano della cittadina. 

L’accesso principale dal sagrato, infatti, ridisegna la testata della piazza principale, e il complesso parrocchiale e la chiesa dedicata al Santo Spirito si inseriscono nel centro storico con un articolato muro di cinta, da cui emerge, in altezza, lo stereometrico volume a capanna dell’aula liturgica. Il volume dell’aula occupa integralmente quello che erano  il  transetto e la sezione absidale della chiesa esistente ed è caratterizzato da un ampio ma raccolto spazio centrale, privo di elementi strutturali al suo interno e scandito da un sistema di fitti pilastri alternati ad aperture a tutta altezza.

Ad alimentare la conversazione, il racconto degli scavi e della variante archeologica, che hanno portato alla luce una stratigrafia complessa, composta da vari elementi d’interesse archeologico appartenenti a strutture di edifici di culto precedenti, oggi valorizzati dal nuovo progetto. 

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