Trailer Costruire sul Costruito
NON VALEVOLE DI CREDITI FORMATIVI CNAPPC
La masterclass racconta la visione progettuale dell’architetto Pietro Carlo Pellegrini attraverso la pratica del “costruire sul costruito”, il concetto di riuso e del recupero attraverso un progetto attento e spesso minuto.
La lezione muove dai cenni biografici e dall’esperienza lavorativa dell’architetto Pellegrini, la cui produzione è influenzata da molteplici suggestioni: dalla storia al paesaggio toscano, passando per il cinema – neorealista –, il teatro e la scenografia. Riferimenti architettonici importanti come gli interventi pisani di Massimo Carmassi o le azioni di recupero dei “maestri” come Gardella, Albini, Canali e Scarpa che delineano la personale interpretazione e messa in opera dell’architetto Pellegrini.
Pietro Carlo Pellegrini: "Costruire sul costruito"
L’espressione “costruire sul costruito” è il cardine della ricerca e della produzione dell’architetto Pellegrini, caricandosi di una pluralità di significati: non è soltanto come recupero o innesto sull’esistente, ma come l’impostazione di un dialogo con il contesto, con la storia e con il lavoro degli altri anche nella costruzione ex-novo.
La bellezza unita alla funzionalità sono obiettivo e ragion d’essere di una progettazione ragionata che mette in secondo piano l’autorialità dell’opera in favore di un approccio metodologico adattivo, caratterizzato da una profonda conoscenza dell’edificio, dei materiali e del processo di costruzione, del contesto e della storia per fondare l’intervento su dei “vincoli” esistenti.
La rassegna progettuale affrontata dall’architetto Pellegrini nella lezione mostra come Lucca significhi casa ma anche “palestra” per la sua progettazione, grazie agli esempi dei progetti del Museo della Cattedrale o gli interventi per il Monastero di Santa Gemma. Il racconto dei luoghi “del meditare” si interseca con quelli “del mostrare” e “dell’abitare” attraverso gli esempi del Museo del Fumetto, la Fondazione Giuseppe Lazzareschi, il Memoriale Garibaldi a Caprera, l’Ex Fornace Piva a Riccione, il convento di San Domenico a Canicattì e i molti interventi residenziali nel Lucchese.
Se da un lato ad emergere è una prassi del mestiere dell’architetto, fondata sul riuso, dall’altro viene in luce la capacità d’ascolto come disposizione essenziale per imparare e migliorare il proprio approccio al progetto.
Architettura come “gioco”, un gioco serio, un mestiere che nel futuro dovrebbe occuparsi sempre più di soluzioni a problematiche esistenti legate al tema della ricostruzione, dell’accoglienza e dell’ambiente.
Obiettivi formativi
- Conoscere l’esperienza professionale dell’architetto Pietro Carlo Pellegrini, approfondendo in particolare i riferimenti che influenzano la sua produzione architettonica e delineano la sua metodologia progettuale, dal cinema al teatro ai riferimenti alti come Albini, Gardella, Canali e Scarpa
- Approfondire i significati e le declinazioni dell’espressione “costruire sul costruito” non solo in termini di riuso architettonico, ma anche nei progetti di nuova costruzione
- Apprendere gli strumenti per un intervento che si vuole rapportare al costruito, attraverso una ricerca meticolosa in termini di storia dei manufatti e del contesto coniugata con una profonda conoscenza dei materiali, delle loro proprietà e della loro resa
- Approfondire l’approccio al riuso e all’esistente dell’architetto Pellegrini attraverso la narrazione di alcuni interventi progettuali esemplari legati agli spazi espositivi, meditativi e residenziali realizzati nel corso della sua carriera professionale come il Museo della Cattedrale di San Martino, gli interventi al Monastero di Santa Gemma o le residenze Lucchesi