Trailer Luogo, materia, memoria
Luogo, materia, memoria come temi di un percorso che si snoda attraverso la re-invenzione dell’architettura rurale, a tratti un viaggio nel passato, nel recupero di una tradizione costruttiva e nell’utilizzo di materiali tipici, propri di un contesto.
Qui, lungo declivi terrazzati della Valtellina, tra boschi e vigneti, nuclei storici e architetture vernacolari, si situa il lavoro e la riflessione dell’architetto Alfredo Vanotti, con il suo studio EV+A lab. Un modo di procedere e di raccontare che segue una traiettoria propria del luogo, basata sulla sobrietà e sulla riduzione, una semplicità che diventa valore non solo formale ma anche costruttivo: pochi gli strumenti a disposizione che vengono ricombinati con cura e nel rispetto del territorio in cui ci si colloca.
Il “minimo indispensabile” come leitmotiv, crinale che tiene insieme tradizione e innovazione, rispetto e recupero, tecnologia e artigianalità, mimesi e matericità.
Una trasformazione attenta ai vari aspetti del progetto, ascoltando il luogo e le richieste della committenza, tracce preesistenti e necessità future.
Il lavoro, quello dell’architetto Alfredo Vanotti, si dipana attraverso il disegno, sul progetto su misura, dialogando con il paesaggio e con un contesto ampio fatto di riferimenti e di scambi, dettagli e materiali, soluzioni artigianali e colori.
Il tutto avviene in una doppia prospettiva: quella del laboratorio e quella del tempo. Da un lato l’approccio fatto di manualità e di sperimentazione, dall’altro la consapevolezza di un rapporto continuo il tempo, una percezione e una pratica, scegliendo materiali “veri” che mutano con il passare dei giorni, immaginando spazi che possono trasformarsi negli anni.
Abitare come fulcro della narrazione e come perno della produzione architettonica, mettendo in scena e approfondendo i progetti più importanti dello studio EV+A lab: Casa G, Ca’ Giovanni, Casa VI, oltre ai progetti in corso che spostano l’attenzione verso condizioni estreme, verso il rifugio in alta montagna.
Il sito e lo sviluppo della vita all’interno degli spazi, l’accento sulle soluzioni adottate sia a livello di disegno che di realizzazione in cantiere, le condizioni iniziali – l’esistente – e la proposta di recupero e di ri-cucitura, seguendo il percorso di un “fare” attento, integrando luce ed esposizione, usi ed esperienze.
Un itinerario, quella dell’ArchiTALKS, che mette in tensione territorio e montagna, vista e proiezione, terra e orizzonte, come elementi di un’alchimia soppesata, essenziale.
Obiettivi formativi
- Approfondire le questioni legate al rapporto tra architettura, paesaggio e costruzione attraverso il tema dell’abitare, studiando la complessità costruttiva e planivolumetrica nel rapporto con il contesto ed il territorio;
- Evidenziare possibili risposte al rapporto con il patrimonio esistente, reinterpretando l’architettura nel paesaggio rurale e montano in chiave contemporanea, proponendo strategie di recupero o nuova costruzione che mettono al centro il progetto di architettura come elemento di ricucitura, oltre che il lavoro d’attenzione nei confronti della questione insediativa del nuovo intervento all’interno del paesaggio;
- Esplicitare i temi propri della professione, il ruolo dell’architetto nell’ascolto e nella traduzione di istanze, necessità, risorse ed energie, oltre allo stretto rapporto con la committenza e il lavoro in team nelle diverse fasi del progetto;
- Illustrare i progetti di EV+A lab, studiandone il linguaggio compositivo e la loro collocazione nel contesto, valutandone gli aspetti tecnologici e costruttivi, oltre alla sperimentazione formale-compositiva nella ricerca tra luogo, materia e memoria.