Trailer Oltre la superficie
Se in archeologia lo strato consta nel livello al di sotto della superficie nel quale vengono trovati reperti di una stessa epoca e in geologia l’insieme di rocce distribuite permanentemente su una lunghezza, una larghezza e uno spessore, in architettura la stratificazione esprime la tecnica costruttiva o artistica che mira alla formazione o alla trasformazione di un elemento fisico, attraverso la sovrapposizione di layer continui lungo una superficie. Strutture murarie millenarie, per esempio, come le piramidi egiziane e Maya, o le architetture megalitiche, si presentano come il frutto di un sistema stratificato che utilizza l’equilibrio e il peso come elementi costruttivi fondamentali.
Pertanto, la visione metaforica di una stratificazione sottintende una successione di eventi nel tempo in grado di portare alla luce complessità di situazioni storiche e culturali leggibili sulle superfici murarie ed all’interno delle trame urbane. Ne è un esempio il caso studio di Formigine, realtà urbana collocata a poca distanza da Modena, sull’asse viario verso Maranello e Sassuolo. Una dimensione collettiva in cui il tessuto storico si amalgama con gli interventi costruttivi dell’ultimo ventennio, lasciando spazio ad un continuo dialogo tra il Castello e l’edilizia esistente, riletta e ripensata in chiave contemporanea. In questo panorama si inserisce lo studio Ambientevario, che pone nei suoi interventi massima attenzione alla sostenibilità ambientale ed energetica, mediante una costante ricerca dei materiali e cura ai dettagli.
La progettazione diventa, così, una modalità di lettura dell’esistente e degli effetti della storia sulle superfici, come un libro materico di cui leggere tutte le stratigrafie, trasformandole in occasioni di progetto e di riflessione compositiva; quel patrimonio di segni o resti, che si ritrovano e che si riutilizzano in modi e per fini diversi.
Ogni intervento si traduce, così, in uno strumento di dialogo e di risposta al cambiamento climatico in cui elementi della tradizione costruttiva si mescolano a materiali innovativi sempre riconoscibili che divengono elementi compositivi di un rinnovato approccio di design.
In una narrazione che volge lo sguardo al salto di scala - come per portare alla luce la materia, le ossa e l’anima delle architetture realizzate dallo studio Ambientevario - diventano quattro i layer di lettura: il primo si identifica nella città e nella sua struttura, in relazione il rispetto del luogo e dell’ambiente circostante; il secondo è il racconto della materia, dell’involucro, nell’espressione dell’utilizzo di una selezione materica e della cura del dettaglio; il terzo è il racconto della struttura “ossea” dell’edificio, volta all’attenzione alla sostenibilità ambientale ed energetica; il quarto è il racconto percettivo e sensibile del legame tra l’architettura e l’essere umano che la abita.
L’intervento di riuso del complesso comprendente le Ex Officine Tosi e la stessa sede dello studio Ambientevario diventano, così, manifesti di un approccio e di un pensiero progettuale: da un lato il progetto delle Ex Officine prevede la ristrutturazione con adeguamento sismico e ampliamento in soprelevazione del fabbricato eseguita con il sistema costruttivo di pannelli portanti in legno X-lam; dall’altro la sede dello studio pone l’attenzione sulla valorizzazione degli aspetti architettonici originari, facendone i principali elementi di arredo, manifestando la volontà di rispettare la qualità di laboratorio/officina insita nell’edificio.
Parte della narrazione diventano inoltre il progetto di Casa BN – in cui il contrasto si pone al centro dell’approccio tematico di intervento – e Casa Vivaio – ancora in cantiere – così come il progetto di Piazza Italia in cui lo studio Ambientevario ripensa in chiave contemporanea un edificio esistente a destinazione mista – commerciale e residenziale – restituendo alla cittadinanza un edificio caratterizzato dai molteplici materiali, capace di un continuo dialogo con il suo passato e con il contesto pubblico circostante.
Obiettivi formativi:
- La lezione approfondisce le scelte progettuali che caratterizzano il lavoro sulla città. Come l’architetto può esprimere le molte potenzialità ancora inespresse del tessuto urbano recuperandone l’esistente per conservarne la memoria e proiettare l’edificio nel futuro del suo processo evolutivo. Il rispetto della memoria si identifica nel rispetto del luogo e dell’ambiente in cui si inserisce.
- Lavorare su edifici esistenti significa porre una grande attenzione verso la cura dei dettagli e dei materiali, oggetto di studio in questa lezione. Nel rapporto nuovo-esistente, distinguendo tra ciò che ha un valore manifesto e ciò che ha un valore inespresso, ponendo una particolare attenzione verso ciò che è vincolato trovando una chiave di lettura per la sua riscrittura materica.
- Si approfondisce l’attenzione alla sostenibilità ambientale ed energetica, tematiche cardine della lezione. Lavorare sull’esistente significa anche risanarlo a livello strutturale, portandolo a un elevato standard sismico – attraverso il rinforzo delle fondazioni e delle pareti portanti – ed energetico – attraverso l’inserimento di un sistema a cappotto, pannelli solari, fotovoltaici e l’integrazione del verde.
- La lezione si concentra anche sul tema della percezione. Ripensando, riscrivendo e riprogettando alcuni singoli edifici all’interno del tessuto urbano della città si nota un cambiamento nell’uso degli spazi: a ogni azione architettonica corrisponde un cambiamento dell’impianto urbano che mira al benessere del cittadino.