Trailer Interni da abitare
“È sempre un’emozione osservare un mondo che si conosce bene da una nuova prospettiva” – afferma Bill Bryson, nel suo libro “Breve storia della vita privata”.
Qual è, dunque, la sensazione di osservare il proprio spazio domestico, da una prospettiva progettuale? Isplora, alla ricerca di spunti, visioni e differenti angolazioni, affronta il tema degli interni ascoltando le voci di Camilla Thermes e Ippolita Curto, in un viaggio compositivo che fa del Novecento uno sfondo ricco di suggestioni e riferimenti.
Come avverte Bryson, “anche se non ce ne rendiamo conto, a casa nostra, in un modo o nell’altro, finisce in realtà qualunque cosa succeda nel mondo, qualsiasi cosa venga scoperta, creata o aspramente contesa. Il nostro microcosmo domestico, fatto di sale da pranzo, camere da letto, bagni, ma anche dispense, ripostigli (…), diventa così un accesso privilegiato per capire com’è cambiato negli ultimi centocinquant’anni il nostro rapporto con il sonno, il cibo, il sesso, le malattie, la vita di coppia e l’educazione dei figli”.
Un mosaico di sensazioni si mescola ad un vissuto in continuo mutamento, immerso in un contesto urbano più o meno densamente abitato, racchiudendo al suo interno il confronto con i maestri del passato.
Ne è un esempio il lavoro di Camilla Thermes, con le sue realizzazioni – Casa dell’architetta e Casa B-Star – nel cuore del Villaggio Olimpico di Roma: una zona con vocazione sportiva fin dall’inizio del secolo scorso, che assume le sembianze di quello che vediamo oggi tra il 1957 e il 1960. Un nuovo quartiere il cui progetto viene commissionato ad alcuni tra i più significativi architetti dell’epoca: Vittorio Cafiero, Adalberto Libera, Amedeo Luccichenti, Vincenzo Monaco e Luigi Moretti, con l’obiettivo di offrire alloggio a più di 8.000 persone tra atleti, organizzatori, allenatori e rappresentanti della stampa.
I due interventi compositivi guardano al contesto con la medesima cura dello sguardo che viene rivolto ai dettagli e alle finiture, in un dialogo aperto con gli impianti tipologici, gli spazi e le superfici. Due appartamenti nello stesso quartiere, che narrano di due declinazioni del medesimo approccio progettuale, quello volto all’ascolto dell’esistente e alla personalizzazione.
La riflessione prosegue ponendo l’attenzione su tematiche quali la flessibilità compositiva, la percezione e le esigenze spaziali contemporanee con gli interventi di Casa Cicerone, Casa Spazio e House Zen firmati da Ippolita Curto, fondatrice di Alima Studio. Realizzazioni che attingono all’operato di Claude Parent e Jean Nouvel, alla “ricerca di profondità di senso, di poesia, di piacere” e che fanno del comfort uno scopo tangibile.
Riflessioni sul passato si intrecciano con uno sguardo provocatorio al futuro, in cui la casa del domani sarà in grado di trasformarsi e accogliere un’esistenza in continuo movimento.