Trailer Incontro, Dialogo, Architettura
Spazio-uomo-percezione.
Architettura-incontro-comunicazione.
Il legame che si genera tra utenti e spazi sorpassa la mera precondizione geometrica ed è in quel punto che il disegno prefigurato dai progettisti prende direzioni multiple, legate alla sensibilità dell’architetto nel cogliere gli elementi più significativi. Ciò che viene definito come “primato della vista” nel progetto architettonico influenza non soltanto quello che viene percepito dall’occhio dell’utente, ma altresì si trasferisce alle sue azioni, all’ambito motorio e di utilizzo dello spazio, spostandosi e orientandosi in funzione di stimoli esterni.
Così gli intrecci tematici di spazio-uomo-percezione e architettura-incontro-comunicazione trovano spazio in un dibattito contemporaneo in cui l’espressione progettuale si fa dialogo e metodo tramite cui è possibile mettere in relazione due o più parti. Tale messa in relazione tra elementi nell’architettura significa porla come funzione tecnica e interpretativa di elementi eterogenei, calarla all’interno di una contingenza fatta di più strati: aspirazioni degli utenti e significati del contesto, limiti dei regolamenti e opportunità delle tecnologie disponibili, processi costruttivi e durabilità nel tempo.
In questo senso il “fare architettura” si pone come tecnica che sostiene i processi di mutamento, nei cui nuovi spazi gli utenti la attraversano arricchendosi di significati prima inesistenti. E come nel dialogo, al suo termine, emergono elementi prima non visibili, non trasmessi, divenuti infine materia. Non si tratta più, com’era accaduto fino in tempi anche molto recenti, di capire l’architettura e comunicarne il valore, quanto piuttosto di un nuovo modo allargato di concepirla, un modo in cui l’architettura, di per sé, è divenuta parte della comunicazione, strumento della e per la comunicazione.
Comunicare l’architettura è qualcosa di assai più complesso che non mostrarla come esito costruito, realizzazione inserita in un contesto. Comunicarla significa più cose: narrarne il percorso progettuale, evidenziarne il rapporto con l’architetto, la sua valenza come immagine.
“Accanto allo scopo principale finalizzato alla diffusione della cultura architettonica attraverso la sua ‘spettacolarizzazione’ (comunicare architettura è la linea seguita dagli addetti ai lavori per divulgare, nel senso più ampio del termine, l’arte del costruire), l’architettura è divenuta icona, simbolo, strumento comunicativo globale.”
COMUNICARE L'ARCHITETTURA, di Maurizio Bradaschia - XXI Secolo (2010) per Treccani
Tra architettura e comunicazione, tra incontro e percezione, si muove l’operato di Ipostudio e di 2MIX Architetti in una narrazione multidisciplinare che si racconta tra eterogeneità e multidisciplinarità, in un’indagine progettuale che affronta e approfondisce le diverse modalità di trasformazione del reale e dell’abitare contemporaneo. Se da un lato gli spazi domestici – tra gli altri – di Villa E, Casa DA e Casa VV diventano occasione di ricerca in cui il pensiero architettonico muove verso nuove forme di comunicazione, dall’altro le parole di Ipostudio accompagnano il fruitore attraverso la trama urbana fiorentina, in un salto di scala che include opere imponenti in grado di cambiare l'uso dello spazio pubblico e il volto di intere parti di città – come il Micas di Malta – e “macchine sceniche urbane”, capaci di segnalare e innescare la fruizione di strutture un tempo inaccessibili, come l’Accesso al Museo degli Innocenti.
Un atteggiamento nuovo, che vuole porsi nei confronti della città e dell’architettura con la volontà di ricominciare. Una narrazione che mostra come, per cambiare il modo di “abitare la città”, non occorra rivoluzionare il tessuto cittadino: ciò che conta, infatti, è riuscire a entrare in sintonia con le persone che lo vivono (o visitano), realizzando progetti che funzionino da “attivatori urbani”, in progetti che alimentino l’incontro.
Obiettivi formativi:
- La lezione affronta il tema dell’edificio come attivatore urbano e culturale all’interno della città contemporanea. Con il termine contemporaneo si vuole intendere l’intento di ristabilire i ruoli di ciascun edificio, ovvero definendo lo spazio non per ciò che era ma per ciò che deve essere, attraverso una presenza mai assoluta e permanente.
- Si approfondiscono proposte progettuali che si inseriscono nel tessuto storico e in quanto architetture civili si pongono a servizio della comunità. Casi studio specifici sono: Il Museo degli Innocenti, il nuovo ingresso per l’Ospedale di Careggi, il nuovo MICAS di Malta, CX Florence Student Place.
- La lezione affronta la domanda “come comunicare l’architettura oggi?” proponendo l’analogia “comunicazione come dialogo” e suggerendo come metodo quello di mettere in relazione più parti. In questo senso l’architettura è capace di far emergere elementi prima non visibili e divenuti poi materia e progetto.
- Si affronta il tema di come i materiali, i dettagli e le scelte tecnologiche influenzano la percezione degli interni domestici, caratterizzando l’uso degli spazi da parte degli utenti. Nello specifico si intende il ruolo dell’architetto come anticipatore di una modifica spaziale non ancora avvenuta e capace di prevedere come il reale sarà trasformato. Ne sono casi studio: Villa E, Casa DA e Casa VV.