Villa MRLV è un luogo di rifugio, di quiete, quasi una fortezza chiusa alla frenesia della città.
Il progetto racconta di una possente muraglia ovattante che genera una tranquilla e riparata corte interna, protetta dalla vista, dal rumore e dalla frenesia della vicina città. Una casa che diventa rifugio, luogo della quiete, quasi una fortezza, elogio di una vita privata che non sente il bisogno di mostrarsi.
Inserita in un territorio che soffre una rapida espansione edificatoria e non propone particolari spunti progettuali l’abitazione non cerca la mimesi con il contesto. Si impone, per via della sua mole, ma cerca di farlo in maniera discreta guardando piuttosto al passato dal quale riprende i materiali, le tecniche costruttive ed i concetti di del vivere privato.
Un progetto che nasce dalla terra e ne prende in prestito i colori ed i materiali: un mattone che lega caratterialmente questo edificio al suo luogo. L’argilla cavata a pochi chilometri dal sito d’intervento determina il timbro cromatico e materico di questo progetto. Un materiale che nella sua semplicità impone disciplina e rigore nell’uso, diventa rivestimento lavorato con fughe orizzontali scavate per enfatizzare maggiormente l’orizzontalità di questo progetto.
Dall’esterno la vista si posa sul fronte nord ed incontra pareti che sembrano mura, aperture che richiamano feritoie calibrate da esigenze funzionali.
A interrompere il fronte muto solo due tratti, decisi, scuri, taglienti. La finestra della cucina che accompagna la tessitura regolare del mattone ed il volume del camino che, in rilievo, taglia verticalmente il prospetto interrompendo una espressiva monotonia del rivestimento in laterizio che trova esaltazione nella sua ripetizione.
A separare i volumi del prospetto nord si presenta il vuoto d’ingresso che, facendo da contraltare ai fronti murari muti accenna uno scorcio verso il privato, in maniera casta, misurata.
Varcato l’ingresso cade ogni riserva e l’abitazione si svela all’ospite. Il cuore della casa senza dubbio la sua corte interna, fulcro di un impianto planimetrico a “L” che permette di esaltare le funzioni private, trovando nello snodo d’ingresso il suo baricentro e punto di equilibrio tra pubblico e privato. Gli ambienti domestici sono deliberatamente rivolti all’interno del lotto, a formare ambienti protetti, che dialogano con l’interno attraverso una vetrata continua, ritmata da una scansione verticale di sottili lame in acciaio che modulano per intero il fronte creando un gioco di luce che accompagna il passare delle ore negli ambienti interni.
Il vestibolo, uno spazio compresso e permeabile, conduce rispettivamente agli spazi di relazione del soggiorno verso ovest ed alla doppia altezza del vano scale verso est. Questo perde le sue forti componenti materiche e diventa quasi etereo quando viene inondato e dalla luce zenitale che ne bagna le pareti diventando un diaframma che conduce agli spazi privati della zona notte, volontariamente portati al piano superiore in corrispondenza del volume est atto a proteggere acusticamente dalla strada gli spazi abitativi.
Le camere si aprono su un’ampia terrazza affacciata anch’essa sul patio esterno e godono della luce del tramonto e della vista sulla piscina.
Lo studio degli interni, ha come matrice la scelta essenziale dei materiali utilizzati. I toni grigi della pietra diventano ispirazione per la scelta delle pavimentazioni dei rivestimenti e delle superfici pittoriche, sino ad arrivare alla scelta dei tessili e delle lacche. La presunta uniformità delle nuance viene contrapposta dal sapore caldo dei materiali lignei di noce naturale, che trova ampia espressione nei sistemi a boiserie e nei complementi d’arredo.
Trait d’union tra le materie viene espressa dalla rigidità dei metalli che con un nero assoluto contrastano e al tempo stesso uniscono i temi materici espressi.
Credits
- Press Kit: depaolidefranceschibaldan architetti
- Fotografie: Alessandra Bello Fotografa