Architettura Alpina firmata Plasma Studio - ISPLORA
cover_DSC5751_exp©Hertha Hurnaus

Architettura alpina tra stratificazioni ed estensioni

Progetti

Tre progetti di Plasma Studio raccontano di un processo evolutivo, volumi plastici che si muovono tra artificio e natura, trasformandosi nel tempo e nel paesaggio.

Per raccontare il lavoro di Plasma Studio a Sesto (BZ), in Val Pusteria, si potrebbe partire dal nome stesso dello studio, dove si annida il termine greco plàsma che significa “cosa formata, figura”, derivazione di plàssein, “dar forma, comporre”.
Così come nel termine “plasma”, al di sotto delle Tre Cime di Lavaredo, ha “preso forma” nel tempo e nel paesaggio un processo che ha visto la costruzione e la riconversione di tre fabbricati ad uso ricettivo: Strata Hotel (2007), Paramount Alma (2014) e Continuous Extension (2018).



Progetti topografici 

Volumi e piani, materiali e linee che disegnano e trasformano spazi in edifici, muovendo dal terreno, dal declivio della montagna, per generare nuove connessioni e relazioni: esterno e interno, abitare e accogliere, luce e vista, scala e geometria.
Volumi complessi quelli progettati da Plasma Studio che si articolano nel tempo e attraverso il terreno, seguendo precisi codici spaziali: l’orizzontalità delle linee esterne – conferita dai listelli in legno di larice – che costituiscono la pelle dei tre edifici e la flessibilità dei volumi, sia da un punto di vista delle funzioni che nell’organizzazione spaziale.  



Stratificare 

Come oggetti artificiali che mantengono sempre un rapporto con il luogo, con il pendio della montagna, i tre edifici si stratificano utilizzando modalità differenti e perseguendo diverse finalità.
Nel caso dello Strata Hotel il nuovo edificio è la risposta all’esigenza di ampliare una struttura ricettiva esistente, qui l’architettura disegna una serie di strati, fasce in larice circondano il volume con gradazioni diverse, a tratti staccandosi da questo e ridefinendo i limiti dell’edificio nel paesaggio e sul sito. 

Per il secondo intervento, il Paramount Alma, le modalità di stratificazione cambiano così come il del tema della pelle, assecondando esigenze e funzioni diverse. La necessità di realizzare un’abitazione e spazi dedicati a ufficio portano i listelli di larice a diventare un velo, che salendo dal terreno si piega a coprire l’edificio preesistente, inglobandolo parzialmente e dandogli nuova vita con aperture e balconate verso le Dolomiti.



Infine, nell’ultimo tassello, denominato Continuous Extension, Plasma Studio risponde alla richiesta di ulteriori spazi ricettivi, scavando parzialmente il declivio e riproponendo il tema delle doghe lignee in un modo differente. In questo caso, il legno non si genera più dal terreno per creare fasce o un nuovo tetto, ma diventa “elemento di sostegno” ricoprendo dal basso il volume, quasi come a sostenerlo, salvo poi diventare elemento orizzontale per le balconate e segno distintivo per gli interni.



Tempo e luogo

A partire dal primo progetto per lo Strata Hotel sino all’ultimo, Continuous Extension, si è andato costruendo un unico organismo coerente, non solo dal punto di vista formale, quanto negli aspetti programmatici. 
Se da un lato il lavoro procede per strati diversi, trasformazioni plastiche che uniscono e al contempo complessificano, dall’altro i tre progetti rappresentano un’evoluzione nel tempo e nel modo. Diverse interpretazioni costruttive e compositive, quelle proposte da Plasma Studio, che guardano sempre alla tradizione dell’arco alpino, reinterpretando in un certo senso l’architettura rurale, e dall’altro al paesaggio che permea e circonda questo luogo. 
Un tema che diventa fondamentale nella progettazione degli interni, nel direzionare la vista, nell’aprirsi alla luce del sole e alla natura.



Crediti

  • TIPOLOGIA: Hotel, Interni
  • STATO: Incarico, Costruito
  • LUOGO: Sesto, Italia
  • ANNO: 2007 (Strata), 2014 (Alma), 2018 (Continuous Extension)
  • CLIENTE: Strata: Judith Rainer & Christian Schwienbacher (Strata), Christoph Rainer (Paramount Alma & Continuous Extension)
  • PROJECT ARCHITECT: Peter Pichler
  • DESIGN TEAM: Eva Castro, Ulla Hell, Holger Kehne, Chuan Wang, Claude Ballini, Micol Fronza, Angelika Mair, Libny Pacheco, Michal Suchanek
  • FOTO: Hertha Hurnaus, Cristobal Palma

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